martedì, giugno 30, 2009

IMPRESAMIA.IT-SETTORI - IT: 93mila aziende e 390mila addetti


Presentato a Milano il 1° Rapporto di Assinform sul settore IT in Italia
E' il econdo settore in Europa per numero d'imprese con poli di sviluppo Roma e Milano che lavorano su standard internazionali. Infatti, in linea con la tendenza europea, l'IT italiano è costituito per il 92,4% da attività di software, dal 3,6% di hardware e 4% di assistenza tecnica. Con 97mila imprese e 390mila addetti, l'Italia è seconda solo al Regno Unito che è il Paese europeo più sviluppato nel settore informatico, e supera Francia e Germania. Confermata la seconda posizione anche nel rapporto fra il numero di addetti al settore IT sulla popolazione totale.I dati tratti dal 1° Rapporto di Assinform sul settore IT in Italia, mettono in luce che ci sono ben 40 medie imprese italiane di produzione di hardware che, con un fatturato di oltre 1.500 milioni di euro (dati 2006), si collocano al primo posto in Europa, superando i 1.300 milioni di euro generati dalle 46 medie imprese inglesi e lasciandosi molto dietro gli altri Paesi. Non solo, ci sono anche 640 medie e grandi imprese italiane di produzione software e servizi, dove si concentra quasi il 70% degli addetti al settore, con un fatturato di poco superiore ai 19 miliardi euro. Quanto ai punti di criticità del settore emersi dallo studio, Ennio Lucarelli, presidente di Assinform (nella foto), ha indicato l’estrema frammentazione che, in linea con la tipicità della struttura produttiva nazionale, vede l’IT composto per il 94% da piccole imprese, dimensione limitativa dello sviluppo per un settore così esposto alla globalizzazione e sottoposto alla pressione costante del rapido cambiamento tecnologico. Lo confermano il basso margine operativo lordo, che necessariamente comporta una capacità ridotta da parte delle imprese IT italiane a investire in innovazione, che ci colloca ben al di sotto di Germania, del Regno Unito, della media UE 15 e dell’UE 27. La scarsa internazionalizzazione del settore e il deficit della sua bilancia commerciale che, sebbene esprima dal 2005 una tendenza a calare di circa il 18%, nel 2008 continua a registrare un saldo negativo pari a circa 5,1 miliardi di euro.

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