martedì, giugno 30, 2009

Patrizio Messina: Effetti della stampa incondizionata di banconote

Qualche anno più tardi la cosa si è ripetuta in Francia durante la rivoluzione quando, per pagare l’esercito in modo che difendesse il territorio da una possibile invasione del nemico filo-monarchico, si decise di coniare una nuova moneta in doppia circolazione (usando però sempre il vecchio quantitativo di oro sottostante) chiamata “assegnato”. Con questa moneta ci dovevano pure pagare il pane da distribuire al popolo francese in rivolta e finanziare le opere pubbliche promesse.

Via via che si stampavano questi “assegnati” essi perdevano irrimediabilmente valore tanto che nel 1795 (cioè solo 5 anni dopo la loro istituzione), a fronte di 33 miliardi di assegnati il loro valore era sceso a 1/600 di quello nominale. A questo punto se ne creò un altro chiamato il “mandato” che equivaleva a 30 assegnati.

La spinta inflazionistica riparti più di prima facendone crollare il valore di oltre il 3% in pochi mesi. Infine, con l’arrivo al potere di Napoleone Bonaparte, si reintrodusse il sistema monetario classico mettendo un fine a questa escalation inflazionistica.

Si ritorna negli USA per finanziare un’altra guerra (quella civile) ed il Presidente A. Lincoln decise di creare il “greenbacks”. Bisogna sapere che dopo il grosso problema inflazionistico causato dai continental, appena gli USA ebbero l’indipendenza, decisero di far gestire le banconote da un ente privato (nella fattispecie la Federal Reserve) in modo tale che i politici non potessero più inguaiare il popolo per le loro gestioni spavalde dell’economia.

Durante la guerra civile, il partito di Lincoln chiedeva a gran voce il diritto dello stato di poter ristampare i soldi come stato sovrano (cosa che ritornò alla ribalta molto tempo dopo anche con J.F. Kennedy).

Il greenbacks doveva avere parità con il dollaro metallico ma, come accaduto con i continental, la circolazione di moneta non regolata portò queste nuove “carte” ad inflazionarsi rapidamente costringendo all’emissione di altre per coprire i debiti crescenti fin quando, alla fine della guerra, il loro valore era inferiore al 39% dei dollari “veri”.

Visto che il problema di emissione incontrollata di denaro aveva creato problemi in tutte le nazioni, chi prima chi dopo, tutte le nazioni (non dittatoriali) passarono via via ad un emissione controllata da una banca privata, detta anche Banca Centrale.

Per tornare al caso americano (prima grande nazione che passò il testimonial del conio ad un ente privato), si stabilì che ogni oncia d’oro equivalesse a 20 dollari mentre ogni oncia d’argento fosse pari ad 1 dollaro. Così facendo si potevano stampare tanti dollari quanto oro o argento vi fosse nelle riserve.

A Cura di Patrizio Messina,
Autore di “Autoconsulenza Finanziaria

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