venerdì, luglio 31, 2009

Intervista Claudio Smiraglia, sull'esperimento di protezione attiva del ghiacciaio Dosdè

Con la nuova posa di tessuto geotessile sul Ghiacciao del Dosdè si è aperto il terzo anno di collaborazione tra l'Università degli Studi di Milano e Levissima. E’ l’occasione per farci raccontare dal professor Smiraglia, responsabile del progetto, lo stato di salute del ghiacciaio e la storia di una “preziosa collaborazione” dal principio.

La collaborazione fra l'Università degli Studi di Milano e Levissima è nata da un'idea comune, che è quella dell'acqua. Il nostro gruppo di ricerca si occupa di acqua allo stato solido, cioè di ghiacciai, attraverso lo studio delle loro caratteristiche e delle loro variazioni, mentre Levissima è una top brand dell'acqua. A noi era stato chiesto di trovare un settore glaciale su cui fare delle ricerche che portassero un contributo a quello che è uno dei grandi temi dominanti della ricerca ambientale, cioè il ritiro e il collasso dei ghiacciai alpini e di indagare le motivazioni di questo fenomeno: abbiamo scelto un ghiacciaio, su cui il nostro gruppo di Milano stava lavorando già da molti anni, il Ghiacciaio di Dosdè Orientale, nel Gruppo Piazzi Dosdè, gruppo che poi è interessato anche direttamente dalle sorgenti Levissima. Questo ha portato ad una collaborazione che ha dato degli ottimi risultati sia a livello scientifico che divulgativo.
Abbiamo verificato che il ghiacciaio, come gran parte dei ghiacciai alpini, sta vivendo una fase di crisi intensa, e questo poi ci ha spinto a fare un altro esperimento che definirei innovativo - anche se era stato già fatto in altri stati, come l'Austria e la Svizzera, ma non con finalità scientifiche - per vedere se esistono tecniche e metodologie per ridurre questa crisi: abbiamo steso sul Dosdè un telo fatto in un tessuto particolare, di circa 150 mq, per provare a ridurre l'ablazione (la fusione del ghiaccio). Questo esperimento si è concluso – almeno in parte – lo scorso ottobre e ci ha dimostrato che queste tecniche possono veramente ridurre la fusione glaciale anche del 60-70%. I risultati scientifici sono interessanti e sono stati pubblicati su riviste italiane ed internazionali. Stiamo facendo un grosso sforzo di divulgazione di questi dati ai mass-media, sia sulla televisione che sui giornali. Questa prima parte della collaborazione fra noi e il gruppo Levissima è stata molto soddisfacente”.

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