sabato, aprile 30, 2011

New Page, dall'Italia la narrativa del terzo millennio


New Page - Narrativa in store, è un movimento letterario fondato da Francesco Saverio Dòdaro (già fondatore dello storico Movimento Genetico nel 1976 e sperimentatore fra i più innovativi sul versante letterario del secondo novecento - fra le sue collane si ricordano "Mail Fiction" romanzi postali su cartolina, "Diapoesitive" romanzi da proiettare, "Wall Word" romanzi da muro, questi ultimi esposti in mostra permanente presso il Museo della Letteratura Internazionale di Sapporo, in lingua madre e interamente tradotti in giapponese) sul finire del 2009 in Italia. Narrativa di cento parole. Romanzi, brevi, brevissimi, di cento parole, in store, da esporre nelle vetrine dei negozi, su crowner, pannelli cartonati molto in uso nella comunicazione pubblicitaria.

Al movimento hanno sin qui aderito artisti italiani ed internazionali:

Dall'Italia: Francesco Saverio Dòdaro, Teresa Maria Lutri, Elisabetta Liguori, Francesco Aprile, Mauro Marino, Antonio Palumbo, Rossano Astremo, Elio Coriano, Serena Stìfani, Giuseppe Cristaldi, Vito Antonio Conte, Stefano Donno, Giuliano Ingrosso, Lea Barletti, Francesco Pasca, Marianna Massa, Erika Sorrenti, Alessandra De Luca, Ennio Ciotta, Dino Levante.

Dalla Spagna: Bartolomè Ferrando, Patricia Aguilera Arroyo.

Da Malta: Victor Jacono.

Dal Canada: Elvira Cordileone.

Dalla Siria: Ayham Agha.

Dall'Egitto: Ahmed Hamed Ahmed

Dalla Francia: Vanessa Bile-Audouard.

New Page è l’adesione ad un nuovo modo di intendere la scrittura. Uno sguardo all’ORA della Comunicazione ed ai modi della sua Fruizione. Un nuovo modo di approcciarsi a tutta una serie di Sovrastrutture (che non intenderemo nell’accezione marxista del termine) intese come Mondo e Concetto di esso che ci circonda, nel modello proposto dall’austriaco Ludwig Wittgenstein – ovvero il mondo come totalità di tutto ciò che accade, fatti, ed il linguaggio come rappresentazione di questi, cioè, del mondo – attraverso una visione di tutto questo come di un mondo che è artificio, concetto creato dall’uomo e mutuato dal linguaggio, in un’espressione vera o non vera del mondo stesso, quasi al ritmo di un misticismo Zen insito nell’opera del viennese. Partendo da ciò, potremmo iniziare a parlare di New Page come di un movimento che legge e rilegge, attualizza e ri-attualizza, contestualizza e ri-contestualizza l’ora, la sua percezione, generando un nuovo modo di intendere luoghi e tempi della scrittura, una dimensione spazio/tempo in accordo coi momenti, la velocità, il mcluhaniano concetto di ritmo – l’impatto che un media ha sulla società è dato dal cambio di ritmo che riesce ad apportare, generando, così, il concetto stesso di medium come messaggio e gettando lo sguardo ad un futuro in cui il mezzo avrebbe abbattuto il linguaggio stesso – tutto ciò letto smembrato metabolizzato, riutilizzato nel concetto/contesto di un mezzo, la New Page, che conferisce un nuovo apparato sintattico al testo, in accordo con la nuova lettura della società – o meglio, del testo e dei suoi tempi di lettura in rapporto alla società postmoderna, frenetica e frammentaria – e che si fa trasposizione su carta del respiro dell’autore stesso. Il soffio dell’Arte che si fa per l’Arte. Perché è lo stesso Dòdaro ad affermare che bisogna “Ritornare ad essere dei cantastorie. Il cantastorie del terzo millennio non è nelle piazze, ma nelle vetrine“. Appunto, una nuova lettura dello spazio fruitivo della creazione artistica, in questo caso letteraria, la narrativa in store rilegge, manifestandosi come finestra aperta sullo scorrere del tempo, il nostro tempo mutuato da frammenti che sono sguardi, repentini, mai pronti ad una dimensione “conoscitiva/osservazionale” adatta ad uno sguardo come profondità in rapporto al tempo/spazio dell’Ora.

Francesco Aprile

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