Prima o poi troverai
sicuramente un SEO Specialist o un cosiddetto "guru"
della SEO che ammonisce con grande convinzione chiunque sia disposto
ad ascoltare che "la SEO black hat è il male, il diavolo, etc."
e soprattutto, equivale al suicidio di un'azienda.
Mito
SEO
n.1:
La
SEO Black Hat non funziona più perché i motori di ricerca nel
frattempo sono maturati e sono molto più intelligenti di prima
Se fosse davvero
così, perché ci sono così tante persone che ancora ci si
arrabbiano? Questo è abbastanza facile da dimostrare: basta cercare
su Google "viagra economico" e segnarsi i risultati della
SERP. Ripetere un po' di volte l'operazione nei giorni successivi e
segnarsi i risultati (se lo si desidera si può fare la prova con
altre nicchie simili). Forse solo così ci si può fare un'idea di
quello che accade realmente dietro le quinte.
La verità è che
praticare la SEO Black Hat come una scimmia non è più efficace come
una volta - ma se è per questo – nemmeno la SEO White Hat. Gli
algoritmi di posizionamento dei siti web, l'architettura di un sito
internet, gli standard di design e l'online
in generale sono
in perenne cambiamento e i consulenti SEO -
indipendentemente dal cappello che portano - devono adeguarsi di
conseguenza.
Mito
SEO n.2:
Un
SEO
Specialist
Black Hat ti
farà bannare dai motori di ricerca
Questo in teoria è
essenzialmente corretto, ma intanto si da per scontato il fatto che
si verrà beccati, e quindi bisogna anche vedere cosa viene bannato
esattamente dalle SERP dei motori di ricerca.
Se fai SEO Black Hat
direttamente sul sito principale con cui fai i soldi, allora si,
potresti correre il rischio di vedere il tuo sito sparire dai motori
di ricerca. Ma infatti un SEO Specialist che porta il cappello
nero non si sognerebbe mai di esporre direttamente il sito
principale, ma piuttosto lavorerà su un certo numero di siti web,
ognuno ottimizzato per una determinata parola chiave.
martedì, aprile 22, 2014
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