sabato, marzo 03, 2007

Palermo, l'Assessore alla Sanità ordina: "Niente cibo ed acqua ai randagi"

ANIMALI/PALERMO, L'ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA'
ON. LAGALLA ORDINA: ''NIENTE CIBO E ACQUA AI RANDAGI''


LA LAV ATTIVA IL PROPRIO UFFICIO LEGALE: PROVVEDIMENTO
INACCETTABILE ED ASSURDO CHE INCREMENTERA' IL
FENOMENO DEL RANDAGISMO

Solo un giorno dopo l'incredibile notizia che il ''nuovo'' costoso programma
per l'anagrafe canina acquistato dall'Assessorato alla Sanita' della Regione
Sicilia funziona solo in tre province su nove, l'Assessore on. Roberto
Lagalla annuncia un'altra iniziativa coerentemente priva di ogni logica.
Con una recentissima circolare
(http://www.regione.sicilia.it/sanita/default.asp?pg=120), infatti,
l'Assessore Lagalla ha invitato a diffidare coloro che nelle aree
ospedaliere (medici, tecnici, degenti e semplici volontari) hanno cercato di
tamponare, a proprie spese, i gravi effetti derivanti della decennale
latitanza delle Istituzioni in tema di prevenzione del randagismo.

''I cani che vivono nelle zone aperte delle aree ospedaliere - ha dichiarato
Giovanni Guadagna, Responsabile LAV - provengono dalle aree esterne.
Spostarli al canile municipale, o in qualsiasi altro posto, con l'aggravante
di averli anche assetati ed affamati, come vorrebbe l'Assessore La Galla,
non ha senso dal momento in cui le aree confinati saranno sempre produttrici
di nuovi afflussi, causa la grave latitanza delle Istituzioni che
disattendono i principi della legge sul randagismo''.

L'Assessorato alla Sanita' non ha fatto ancora conoscere come vorrebbe
intervenire in tema di randagismo (sono passati gia' sette anni
dall'approvazione della Legge Regionale sul randagismo ed ancora risulta
largamente disapplicata); ha fallito nella costituzione di un sistema
integrato di anagrafe canina (se si abbandona un cane microchippato in
un'altra provincia, il padrone non sara' mai rintracciato); ignora la
precaria situazione del canile municipale di Palermo e lo stesso numero di
randagi, diffondendo dati vecchi e contrastanti rispetto a quelli che
affluiscono dalle stesse Ausl e dai Comuni.

''Di fatto chi tra medici, infermieri, degenti e semplici volontari,
provvede a dare da mangiare e da bere ai pochi cani che vivono in
prossimita' degli ospedali - ha aggiunto Guadagna - non solo li tiene sotto
osservazione anche sotto il profilo sanitario (si tratta spesso di animali
sterilizzati, vaccinati e con il trattamento antiparassitario opportuno), ma
mantiene un equilibrio tra queste piccole colonie ed i cani randagi liberi
in citta'. Infatti, i cani delle colonie ospedaliere, che Lagalla vorrebbe
chiudere in un canile dopo averli affamati ed assetati, sarebbero
immediatamente sostituti dagli innumerevoli randagi che popolano le strade
cittadine. Chi terra' sotto controllo i nuovi sconosciuti ospiti a quattro
zampe che, cosi' facendo, Lagalla provvedera' a fare entrare negli
Ospedali?''.

''Appena l'assurda circolare di Lagalla verra' messa in atto - conclude
l'esponente animalista - il nostro Ufficio Legale provvedera' ad
intraprendere le azioni necessarie in sede giudiziaria. Copiosa ed unanime
giurisprudenza in tema di maltrattamento di animali ha infatti sancito,
finanche al Consiglio di Stato, che non si puo' impedire di dare da
mangiare e da bere ai cani randagi, essendo azioni volte ad alleviare
la sofferenza degli animali ed a contribuire ad un corretto rapporto
con essi, vittime e non colpevoli del fenomeno del randagismo.
Sarebbe bene che l'Assessore Lagalla, da cui dipende l'applicazione
della legge sul randagismo in Sicilia, si ricordasse
di questo concetto''.

02 marzo 2007

LAV Sicilia www.lavsicilia.it
Ufficio Stampa LAV Naz.le 06.4461325 www.lav.it

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