Pier Paolo Pasolini intuì subito i cambiamenti sociali e culturali prodotti dalla massificazione televisiva. Iniziò ad accorgersi che tutti i giovani di borgata avevano iniziato a vestire, comportarsi, pensare in modo analogo.
Se prima di allora per Pasolini si poteva distinguere un proletario da un borghese, oppure un comunista da un fascista, già agli inizi degli anni Settanta non era più possibile in quanto l'omologazione sociale in Italia si stava allargando a macchia d'olio.
Pasolini chiamò questi fenomeni mutazione antropologica , termine mutuato dalla biologia in quanto la mutazione genetica è determinata prima dalla variazione e poi dalla fissazione.
Nel caso della mutazione antropologica la variazione delle mode e dei desideri della collettività è decisa prima nei consigli d'amministrazione delle reti televisive e poi viene fissata nelle menti dei telespettatori tramite la persuasione pubblicitaria.
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