SOGNO O REALTA’? Stando al tormentone di una serie di famosi spot, ci sarebbero cose che non si possono comprare mentre per tutto il resto ci sarebbe una celebre carta di credito. Pochi forse lo direbbero ma il fatto che un "comune (automobilista) mortale" possa guidare una Formula 3, una Formula World Series 3000 o addirittura una Formula 1 nientemeno che sulla pista di Monza non appartiene al primo gruppo di cose bensì al secondo. Un sogno, dunque, a portata di mano, anzi di portafoglio.
ACQUOLINA IN BOCCA A rendere possibile tutto ciò è la Puresport, che organizza giornate in pista che possono essere considerate una specie di via di mezzo tra il corso di pilotaggio in senso stretto e una "driving experience" con un parco auto da leccarsi i baffi. La società di Triuggio è in grado di portare in pit-lane e di mettere a disposizione dei clienti
appassionati quasi tutte le più ambite supercar in circolazione, dalla Ferrari F430 alla Lamborghini Gallardo, passando per la Porsche 997 Carrera Turbo.
CAVALLI DI RAZZA La "specialità della casa" è però un’altra, ovvero uno stuolo di autentiche formula, mezzi che di solito passano per le mani soltanto dei piloti veri e che i più devono accontentarsi di guardare in televisione o, bene che vada, dalle tribune. La Puresport offre la possibilità di acquistare diversi pacchetti composti da un certo numero di giri con tre tipi di auto: Formula 3 Federale, Formula World Series 3000, o Formula Nissan per chi è del mestiere, fino ad arrivare a una Formula 1 vera e propria. Si tratta di una Arrows portata in gara a suo tempo da Damon Hill e che di non originale ha solo il motore. Al posto del vecchio Yamaha, di cui era impossibile trovare pezzi di ricambio, è montato comunque un Cosworth sul cui pedigree c’è ben poco da discutere.
LA VESTIZIONE Chi decide di aprire i cordoni della borsa si può sentire davvero, per una volta, un vero pilota. All’arrivo nei paddock, dopo saluti e convenevoli, viene affidata tutta l’attrezzatura del caso (scarpette, tuta ignifuga, sottocasco, casco e guanti) sempre che uno non si sia portato i "ferri del mestiere" da casa. Dopo la vestizione, è la volta di un briefing, in cui gli istruttori capitanati da Mirko Venturi (pilota giovane ma di grandissima esperienza,tanto con le ruote coperte, quanto con quelle scoperte) danno le dritte del caso sulle traiettorie, sui punti di staccata, sulle bandiere dei commissari e su come ci si comporta in pista.
SENZA TRUCCHI Esaurite le formalità, si passa all’asfalto. Tutte le macchine sono perfettamente efficienti e prive di qualsiasi strozzatura, a parte un sistema di silenziamento che mette la sordina giusto agli scarichi più tonanti. Nessuna pace-car a fare
l’andatura e nessun tipo di rallentamento alla pista, con chicane o restringimenti. Molto semplicemente si gira con una Formula nel tempio della velocità, con l’aiuto di qualche birillo a dare qualche riferimento in frenata e a suggerire la traiettoria ideale a chi a Monza dà ancora del lei. L’unico accorgimento usato per limitare un po’ la velocità massima è l’adozione di un carico aerodinamico maggiore rispetto a quello da gara, cosa che torna anche utile in frenata e in curva.
IN CRESCENDO E’ un’esperienza che si può assaporare quindi in assoluta libertà e in crescendo, visto che, se si acquistano giri con auto diverse, si parte sempre dalla meno potente per crescere man mano con le prestazioni. Al mattino spazio dunque alla Formula 3, con telaio Dallara e motore due litri Renault da 180-185 cv. Alla Puresport dispongono di esemplari di "taglie" diverse, capaci di calzare a pennello a chi ha il fisico da fantino come a chi non sfigurerebbe in mischia nel rugby (fino a 195 cm per 100 kg circa). La macchina ha tutto quel che serve per regalare sensazioni mai provate, con uno sterzo diretto e chirurgico e una frenata potente, lontana anni luce da quella di un’auto da strada. Il tutto, poi, condito da una maneggevolezza incredibile nelle varianti, come è normale che sia per un peso piuma da 455 kg. La velocità non sarà forse da capogiro ma sdraiati a pochi centimetri da terra sembra comunque di volare, mentre si cerca di trovare il feeling con il cambio ad H dalla corsa limitatissima e dagli innesti molto secchi.
PALESTRA IDEALE Il problema cambio non si pone invece con la Formula Nissan o Nissan World Series 3000 che dir si voglia, che monta un sequenziale che funziona né più né meno come quello di una moto, con la leva che si muove solo avanti e indietro. Qui a far scorrere l’adrenalina a fiumi provvedono le prestazioni. Gli esemplari della Puresport uniscono motore Nissan VQ 3.0 da 415-420 cv a un telaio Dallara e a un’aerodinamica già in
configurazione da World Series Renault appena più recente dunque della scocca e del propulsore (2004 ex Karthikeyan). Giusto per dare un’idea che tipo di palestra sia stata questa categoria si può pescare qualche nome a caso dall’albo d’oro, come Alonso, Montagny, Kovalainen e Kubica.
EFFETTO SUOLO Con un peso di soli 550 kg, gomme slick e una scocca praticamente identiche a quelle utilizzate dalle Formula 1 dell’epoca fa vivere sensazioni fuori da ogni dimensione conosciuta. La spinta fuori dalle curve è impressionante anche se senza gli eccessi di cui è accreditata la Formula 1. Rispetto a quest’ultima, la Nissan ha però un asso nella manica in curva. Si tratta dell’effetto suolo, che fa sentire la macchina come incollata a terra e capace di assicurare soprattutto alla Curva Biassono, nel cambio di direzione della Variante Ascari e in Parabolica una tenuta eccezionale.
SANA INVIDIA Quanto infine alla Arrows del 1997 ex Damon Hill, provarla sarebbe stato il coronamento di una giornata da incorniciare. Purtroppo però i giri disponibili erano tutti già prenotati e un piccolo guaio elettrico alla pompa della benzina (prontamente risolto dai meccanici) ha impedito qualsiasi deroga. A giudicare dalla faccia di chi si cimentava, si può comunque dire che l’esperienza doveva essere di quelle memorabili, a prescindere
dalla soddisfazione di poter raccontare un giorno ai nipoti di aver guidato una Formula 1 a Monza…
FACCIAMO I CONTI Per chiudere, torniamo al punto da cui siamo partiti e cioè al fatto
che coronare questo sogno abbia un prezzo. Già, ma quale? Di pacchetti, come dicevamo, ce n’è per (quasi) tutte le tasche e per tutti i gusti. 21 giri in Formula 3, divisi in tre sessioni, due al mattino e una al pomeriggio, costano per esempio 1.800 euro più iva. 10 giri in Formula 3 e 4 con la Formula Wolrd Series Nissan vengono invece 2.300 euro più iva, che diventano 3.800 euro sempre più iva nel caso che dopo i 10 giri se ne vogliano fare 3 in Formula 1.
DIVERTIMENTO ASSICURATO I prezzi salgono di poco se si desidera fare più giri mentre
scendono sensibilmente se invece che Monza si sceglie come scenario Adria (ma vogliamo mettere il diverso fascino?). A tutte le quote converrebbe aggiungere 200 euro di polizza kasco, che copre per buona parte gli eventuali danni all’auto, altrimenti a carico del cliente. In questo modo ci si può godere a mente più serena un'esperienza memorabile. Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito della Puresport , magari anche per farsi o fare un regalo di Natale diverso dal solito.
(Fonte: MotorBox.com)
venerdì, novembre 28, 2008
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