Investire in arte o puntare sull’uomo vincente? Leggevo come l’amministratore delegato di Google Eric Schmidt abbia apertamente appoggiato il presidente Barack Obama durante le elezioni presidenziali, senza necessariamente voler far parte dell’amministrazione Obama; secondo quanto diffuso dall’agenzia stampa Reuters, pare che Schmidt in un intervista alla CNBC abbia dichiarato “amo lavorare in google, non cambierebbe mestiere per nulla la mondo…".
Veniamo al sodo: oggi le quotazioni in borsa di Google sono ai minimi storici dalla data del loro lancio avvenuta circa tre anni fa, secondo il report di Bloomerg in quest’anno pare che il valore delle azioni sia calato del 52%...!! che dipenda dalla crisi è probabile ma gli analisti sono molto dubbiosi che l’amministratore resti a guardare e non colga questa opportunità.
Tempi duri. Non solo per google intendiamoci, ma oggi la finanza è molto incerta a seguito di una borsa sempre più volatile, nemmeno le grosse aziende riescono a riparare a ingenti perdite, e se non ci danno garanzia al momento nemmeno le azioni di un gigante quale Google, dobbiamo davvero pensare che la finanza sia per pochi? Leggevo che i consulenti d’arte, vuoi per tirare al proprio mulino vuoi per interpretare il panico dei più a seguito dell’ennesimo tracollo della borsa, consigliano di investire in arte quale bene di rifugio, altri predicano il ritorno al sempre verde mattone, e quando poi sarà in crisi (vedi USA) il mercato immobiliare? Penso allora sia doveroso riflettere, NON su quale investimento dia maggiori profitti e meno rischi, ma valutare cosa ha davvero bisogno oggi l’uomo come individuo, ed analizzare a fondo i disturbi di un capitalismo malato.
martedì, novembre 11, 2008
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