E’ risaputo che l’attività sportiva praticata in modo consapevole e regolare incida sulla qualità della vita e prevenga il rischio di problemi al cuore e alla circolazione sanguigna. A confermare ciò uno studio epidemiologico iniziato 14 anni fa e condotto su di un campione di 25.000 pazienti con problemi coronarici di varia natura. Tra le domande dell’indagine una era riservata al tipo di attività fisica svolto che poteva essere descritto dagli intervistati dalle voci sedentario, leggero, moderato e strenue. Con il termine strenue si intendono tutti gli sport a livello competitivo che richiedono una preparazione atletica adeguata e perfette condizioni fisiche per essere svolte. I risultati dell’indagine hanno, comunque, rilevato che i pazienti che si impegnavano in un qualsiasi genere di attività fisica, da leggera a strenue, godevano di una salute migliore rispetto ai sedentari. Accade di frequente che sportivi non professionisti si dilettino in prove non di loro competenza unicamente per soddisfare quell’impulso alla sfida insito nell’uomo incontrando, però, noiosi disturbi muscolo – scheletrici. Chi possiede un corpo in ottima forma crede di poter affrontare prove olimpioniche che solo un atleta con specifiche conoscenze tecniche ed un allenamento efficace può superare. Chi, invece, è in sovrappeso o soffre di disturbi cardiaci trova più difficile dedicarsi ad una pratica sportiva a meno che non si ponga determinati obiettivi. Gli esperti suggeriscono a tutti coloro che svolgono dell’attività fisica superiore alle 5 o 6 ore alla settimana di farsi controllare da validi allenatori o personal trainer e utilizzare durante e dopo le sedute integratori specifici come l’integratore nuoto.
Ufficio Stampa Ethic Sport
martedì, novembre 04, 2008
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