Controllo dei costi non significa tagliare, bensì ottimizzare e pianificare. Ecco quindi la necessità di un temporary manager: una figura che svolge un’attività ad elevata operatività ed interventi concreti, avvalendosi del personale dell’azienda stessa.
In tempo di crisi economica, come quello attuale, si contraggono i budget e le risorse in azienda. E la reazione più diffusa è tagliare, tagliare, tagliare. Ma davvero i tagli indifferenziati e trasversali possono risollevare le sorti di un’azienda? Sinceramente non credo, visto che i tagli trasversali potrebbero finire con il pregiudicare alcune aree definite “non produttive”, ma strategiche, come quelle della formazione o della comunicazione. Un valido strumento per fronteggiare questa situazione è certamente quello di incrementare i controlli gestione aziendale, riducendo sprechi e sacche di inefficienza.
Chi oggi dirige un’azienda dovrebbe elaborare una precisa strategia di allocazione delle risorse finanziarie e compiere precise scelte aziendali, magari analizzando le attività svolte nel 2008 e ripartire da queste preziose valutazioni per pianificare nel migliore dei modi 2009. Pianificare significa, a mio modo di vedere, individuare poche azioni importanti su cui concentrare gli sforzi sia economici che gestionali, cercando anche di cogliere le opportunità che un periodo del genere può offrire grazie ad almeno due fattori:- calo della concorrenza per effetto della chiusura di molte attività nel 2009 già preannunciata da Confindustria ed altre fonti ufficiali;- abbassamento generalizazato della qualità. Chi saprà compiere i passi giusti, lanciare un’idea o un business veramente innovativo potrà farsi largo con meno sforzi rispetto al passato e ritrovarsi, dopo questa fase, più forte di prima.
E’ chiaro che il ruolo dei manager in questi momenti è ancora più importante, sebbene anche loro stiano risentendo della difficile congiuntura.“La crisi colpisce duro anche i manager – afferma il presidente di Manageritalia Claudio Pasini – e sono purtroppo parecchi quelli che hanno perso o perderanno il lavoro nei prossimi mesi.” Molte aziende stanno tagliando anche i propri vertici: dopo 3 anni all’insegna della crescita (+2,7% con ben 120.432 dirigenti e 318.315 quadri per un totale di 438.747 manager) nel 2008 e 2009 si stima che migliaia di dirigenti perderanno il proprio posto di lavoro. E questo significherà, per il nostro sistema economico, perdere il motore strategico di molte imprese e il capitale umano che garantisce il maggiore know-how nei progetti imprenditoriali.Va ricordato che in Italia c’è solo 1 dirigente ogni 100 lavoratori dipendenti (in Francia sono 3 ogni 100 e in Gran Bretagna 6 su 100) e la retribuzione media è di 100.000 euro lordi, ben lontano dagli stipendi principeschi dei Top Manager Americani.
Le aziende che non sono in grado di sostenere i costi fissi di un manager alle proprie dipendenze trovano nei temporary manager le competenze ed il know-how per fronteggiare questa difficile situazione.Spesso confuso con la figura del consulente, il temporary manager svolge un’attività che si contraddistingue per operatività ed interventi concreti, avvalendosi del personale dell’azienda stessa. In genere si tratta di risorse dinamiche e giovani, di età compresa tra i 30 e i 35 anni, che hanno maturato una solida esperienza come manager permanenti in aziende o istituzioni pubbliche. Sono dotati di personalità poliedrica, stimolati dalle nuove esperienze, desiderosi di rimettersi continuamente in gioco e con ottima capacità di problem solving e gestione dello stress.
Oltre ad essere un buon manager deve essere in grado, per avere successo come temporary manager, di entrare in una nuova realtà aziendale, imparando a gestire il personale, ad acquisirne la fiducia per creare un buon clima lavorativo, condizione indispensabile per avviare una proficua e valida collaborazione.
Human Performance di Sergio Amatulli
International Manager Coach
(Temporary Manager)
http://www.humanperformance.it/
Tel.0434/20101
info@humanperformance.it
martedì, febbraio 24, 2009
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