lunedì, novembre 02, 2009

Un tassazione del solo 5% per il rientro dei capitali

A causa della crisi i governi stanno mettendo in atto moltissime manovre fiscali per permettere all’economia della propria nazione di non affondare.
Quest’anno il governo italiano vara lo scudo fiscale, una manovra atta a permettere al paese Italia di riprendere a far girare la propria economia e ad uscire dalla crisi nei prossimi anni.
Lo scudo fiscale è stato approvato da qualche settimana e servirà ad agevolare la ripresa delle aziende italiane.
Una delle misure contenute all’interno del documento dello scudo fiscale è quella per l’agevolazione del rientro di capitali italiani residenti in paesi con un trattamento fiscale agevolato.
Questa norma è dettata in parte dalla cronaca finanziaria e dal propblema creato da quelli che vengono chiamati paradisi fiscali, dove vengono spostati moltissimi capitali, ma soprattutto per cercare di far rientrare il maggior numero di capitali in Italia.
Far rientrare i capitali in Italia, prima trasferiti all’interno di banche estere significherebbe avere maggior investimenti quindi un ulteriore aiuto all’economia.
Oltre questo, lo stato, visto che i capitali vengono da paradisi fiscali, può tassarli al loro rientro, questo si deve ad una norma che cita:
“In deroga a ogni disposizione vigente [...] gli investimenti e le attività di natura finanziaria detenute negli Stati o nei territori a regime fiscale privilegiato [...] ai soli fini fiscali si presumono costituite, salvo prova contraria, mediante redditi sottratti a tassazione”
Però nello scudo fiscale, il rientro è agevolato da una tassazione del 5%, quindi per i privati o le aziende che decidessero di far rientrare i propri capitali, visto le norme complicate ed in continuo mutamento, è consigliabile rivolgersi ad uno studio tributario internazionale o ad dei studio commercialisti, che possano seguire più facilmente le fasi.

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