Nel lontano 25 Febbraio 1951 nasceva la moda italiana con la sfilata a Firenze realizzata dal conte Giorgini che invitò ad assistere a tale evento personaggi nazionali e non. In quella sfilata facevano da modelle, degli abiti di corte, le stesse nobili in quanto erano le uniche a sapere quale fosse il giusto portamento e il perfetto modo di indossare tali abiti. L’abito rappresentò, fino alla fine degli anni ’50, un elemento magico che trasformava il bello in brutto un po’ come nella favola di Cenerentola nel momento tanto atteso del ballo a corte. Arrivarono poi gli anni ’60, gli anni della rivoluzione industriale che ruppe questa moda che riportava tutto ad un’atmosfera aulica, magica per sostituirla con l’ideologia per la quale l’abito doveva essere visto come un’idea, un progetto da realizzare in serie. Non più la rappresentanza della personalità di un individuo, un qualcosa che faceva sognare, qualcosa difficile da ottenere ma l’abito diventa una quotidianità del mondo femminile. Poi l’arrivo degli anni ’70 e ’80 portarono sulla scena della moda il trionfo del prêt-à-porter fino ad arrivare agli anni ’90 con il successo della minigonna e dei blue jeans.
Denominativo comune di ogni passaggio che la moda affronta è sempre il tessuto. Tessuto che varia con il passare dei momenti : il raso, gli strass, il tessuto a costine, il jeans, ecc… .
Ogni indumento fatto di un tessuto diverso, di un tessuto che segue le mode del momento e così anche le decorazioni dei capi d’abbigliamento. Ogni tessuto ha vissuto il suo momento di gloria nella storia della moda.
Per maggiori informazioni : fliselina
martedì, gennaio 19, 2010
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