Da luglio 2010 è stata ufficialmente introdotta la tariffa bioraria nella fornitura di energia elettrica. Con questo nuovo metodo di conteggio è possibile per le famiglie e le imprese risparmiare sul consumo di energia elettrica consumando nelle fasce orarie meno care.
La tariffa bioraria prevede sostanzialmente due prezzi differenziati a seconda, appunto, della fascia oraria e fissati trimestralmente dall’Autorità per l’Energia. Nello specifico la tariffa bioraria prevede una fascia diurna, dalle 8 alle 19, più cara ed una fascia notturna, più economica dalle 19 alle 8 e durante i fine settimana; un’ulteriore differenziazione riguarda la bassa e l’alta stagione, la prima, riferita ai mesi da marzo ad ottobre e la seconda, che riguarda invece i mesi in cui c’è effettivamente maggiore richiesta di energia elettrica, cioè gennaio, febbraio, giugno, luglio, novembre e dicembre.
Sul fronte delle piccole imprese con potenza superiore a 15kW invece, la tariffa bioraria è stata applicata fin dallo scorso 1° gennaio 2009 mentre per quelle con potenza inferiore o uguale a 15 kW.
Dal punto di vista del reale risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica non è possibile trarre una conclusione generale riguardo la tariffa bioraria, il punto, probabilmente, è un altro e riguarda sì la tariffa applicata al consumo dell’energia ma anche allo stesso modo, o forse di più, le nostre abitudini di consumo, cioè il modo in cui siamo abituati ad utilizzare i nostri elettrodomestici e a come li teniamo quando non li utilizziamo.
Da più parti si sente dire che le spie led degli elettrodomestici consumano energia, seppur in minima parte, anche quando lo stesso elettrodomestico è spento o non utilizzato, solo perché la luce di stand by rimane accesa. Spegnerla è un contributo al risparmio energetico delle nostre abitazioni e dei nostri uffici, inoltre è un contributo alla diminuzione di anidride carbonica. Un atto di responsabilità sia verso il portafoglio sia verso l’ambiente.
lunedì, settembre 20, 2010
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