La televisione nel bene o nel male domina le nostre vite. Sia che l’amiamo sia che la odiamo, perché la TV è il mezzo di comunicazione di massa senza dubbio più diffuso e probabilmente più influente. Il termine, che è stato adottato nel 1947 dalla Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni di Atlantic City, rimanda al suffisso di origine greca “tele” che significa “da lontano”: il significato del nome composto, insomma, è guardare a distanza. Il concetto di fondo, pur se sono passati più di sei decenni dalla coniazione del neologismo, non è ancora cambiato. Anche se l’apparecchio televisivo ha subito innumerevoli metamorfosi: dal tubo catodico fino ad arrivare alla web tv gratis.
Era il 1977 quando l’Italia ha adottato ufficialmente, una degli ultimi Paesi a farlo, la televisione a colori. E da allora i progressi hanno registrato uno sviluppo inarrestabile, che ha intaccato il modo stesso di concepire la televisione. Questa non ha più un significato univoco, ma vari che cambiano a seconda della tecnologia costitutiva o dell’offerta della tv: c’è quindi la televisione pubblica e quella privata, l’analogica e la digitale, la generalista e la tematica, quella on demand, quella ad alta definizione e via discorrendo.
Ovviamente un impulso fortissimo alla metamorfosi dell’offerta televisiva è stato dato dal progresso tecnologico e informatico e soprattutto dal web 2.0. Per fare un esempio, di grande impatto è stata la nascita e l’affermazione sempre più ampia delle web tv online gratis, che spesso, oltre a riproporre in sede diversa i contenuti della tv generalista, hanno una propria linea editoriale in base alla quale ogni utente può selezionare i programmi di proprio gradimento. Uno stimolo continuo, almeno si spera, anche per la televisione “vecchia maniera”, che proprio dalla diversificazione dell’offerta e dall’interattività dello spettatore dovrebbero trarre ispirazione e impulso.
Nessun commento:
Posta un commento