lunedì, novembre 08, 2010

I consumi del latte in discesa

Nonostante l’Italia sia tra i maggiori produttori di latte e suoi derivati, il recente convegno Milk in progress ha messo in luce un forte cambiamento di abitudini alimentari nel nostro paese. Da grandi consumatori di latte, gli italiani sono scesi poco alla volta in fondo alla classifica europea dei consumi. Ormai il latte sembrano consumarlo solo i più piccoli (resiste il latte in polvere per bambini), mentre gli adulti all’alimento liquido preferiscono sempre più gli yogurt e i formaggi molli. Ma non è solo il dato sull’andamento dei consumi a essere stato messo in luce nel convegno: sotto i riflettori è finita chiaramente la crescente importazione di prodotti comunitari ed extracomunitari. Viste le normative imposte dall’UE, infatti, l’Italia è costretta ad acquistare il 40% del latte dall’estero, benché sia perfettamente in grado di provvedere al proprio bisogno interno (come non ricordarsi delle manifestazioni degli allevatori per le quote latte?). E alcune provenienze non sono del tutto rassicuranti: parliamo sicuramente della Cina, che dopo il brutto episodio del latte in polvere per bambini contenente melanina. Certo il ministero della Salute ha ben deciso di tutelare la popolazione imponendo uno stop a tutti gli alimenti che contengano oltre il 15% di latte in polvere proveniente dalla Cina, ma l’importazione illegale finisce ugualmente per promuovere un giro d’affari non trascurabile legato ai negozi etnici in cui si può trovare di tutto, e senza i necessari controlli.
Altro punto dolente sono le etichette poco chiare, piene di dettagli incomprensibili ai più, e spesso si finisce per discriminare il prodotto unicamente in base ai prezzi (che per inciso continuano a crescere, visto che l’Italia non riesce a essere competitiva in questo campo).
Le conclusioni evidenziate dal convegno, sono quindi poco incoraggianti sullo stato di salute del latte in Italia, ma la filiera lattiero-casearia è sempre il traino del mercato agroalimentare del Belpaese. E questo, per fortuna, fa ben sperare.

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