domenica, marzo 13, 2011
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''Il crocifisso del samurai'', di R Camilleri (Romanzo).
In contemporanea con la mostra “Samurai” al Palazzo Reale di Milano, esce un interessante libro a firma di Rino Cammilleri “Il Crocifisso del Samurai” ricostruzione romanzata degli eventi che portarono i Cristiani giapponesi alla rivolta del 1637 e che ne videro l’eroica resistenza fino all’ultimo uomo nel corso del successivo assedio che le truppe dello shogun condussero contro di loro a prezzo di altissime perdite.
Evento poco conosciuto in Occidente e sostanzialmente sconosciuto in Italia, come del resto spesso accade per quelle situazioni (la maggior parte) in cui le vittime sono cristiane: chi volesse cercare tramite Google pagine in italiano che contengano la parola “Shimabara” (il luogo ove convenzionalmente ebbe origine la rivolta), troverà alberghi, foto, e persino il meteo, ma i riferimenti ai fatti che qui interessano scarseggiano visibilmente.
È questo il primo merito dell’autore: avere proposto ad un più vasto pubblico un momento storico ad oggi rimasto appannaggio quasi esclusivo di storici ed appassionati, e che invece merita di essere conosciuto sia per la particolarità del fatto sia per il coinvolgimento che inevitabilmente provoca in ciascuno di noi.
Il Giappone aveva già visto rivolte in cui il fenomeno religioso si mescolava ad altri fattori (come l’eccessiva pressione fiscale sul ceto contadino), come nel caso dell’insurrezione della lega Ikko-ikki nella seconda metà del 1500 fomentata dai monaci buddisti, ma queste erano comunque riconducibili al più ampio contesto degli scontri tra clan rivali per l’ottenimento del potere. Il romanzo fa ben comprendere che invece Shimabara fu qualcosa di diverso. La rivolta cristiana vide in prima fila i samurai rimasti senza padrone, i ronin o “uomini onda”, cui si uniscono artigiani e soprattutto contadini, accomunati dal credo Cristiano (o comunque simpatizzanti). Ma perché una rivolta? Dall’inizio della diffusione del cristianesimo in Giappone, ad opera di S. Francesco Saverio, il bakufu (governo militare) aveva considerato la nuova religione soprattutto sotto il profilo dell’opportunità.
Sussidiario.Net, 8 luglio 2009
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