Il logo è quel segno grafico che rappresenta o richiama il nome di un’azienda. Fa parte del cosiddetto brand, cioè della marca dei beni/servizi prodotti dall’impresa. La scelta di rinnovare il logo, modificandolo in tutto o in parte, può essere dettata da diverse ragioni: bisogno di svecchiamento, di apertura verso nuovi mercati, di adattamento a determinate mode, di emulazione della concorrenza,... Al di là dei costi che una qualsiasi operazione del genere comporta, alla voce “restyling logo aziendale” corrispondono non pochi né irrilevanti rischi d’impresa.
Il suo target conosce e si riconosce in un certo logo. Molti ci si sono affezionati e lo hanno interiorizzato come simbolo di affidabilità, qualità e di una certa immagine, nella quale ritrovare o scoprire qualcosa di sé. Sradicare questo universo emozionale per sostituirlo con un altro significa destabilizzare quel rapporto di fiducia e di riconoscimento reciproco tra cliente e impresa. Il rischio è, appunto, che il consumatore si senta tradito o non capito o addirittura abbandonato. Il restyling del logo, infatti, si moltiplicherà a più livelli per creare l’immagine coordinata di intere linee di prodotti. Coinvolgerà target anche molto diversi fra loro, ma ciò non toglie che la “novità” dovrà farsi apprezzare su larga scala.
Lasciare letteralmente il segno nella memoria collettiva attraverso un logo esige tempo, competenze, costanza, investimenti: rimettere in discussione tutto questo per lanciarsi nell’avventura di un restyling deve avere necessariamente valide motivazioni, comprensive di approfondite analisi e indagini di marketing ad hoc. A cambiare, infatti, non è soltanto il simbolo grafico di un’azienda, ma il carico di significati, valori, messaggi che quel simbolo ha portato con sé e nel cuore dei clienti.
martedì, agosto 16, 2011
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