venerdì, febbraio 24, 2012

Come non avere paura - brano tratto da "The book of life - il libro della vita"

In questo post vogliamo proporvi un argomento del quale si parla poco e che a nostro giudizio è molto importante se si desidera compiere un cammino di crescita spirituale: quello della paura, che troppo spesso mina dal profondo ogni nostra certezza acquisita e ci impedisce di realizzare noi stessi e crescere come persone. Il brano che vi proponiamo è tratto da l'ultimo libro di Beppe Amico dal titolo "The book of life - il libro della vita" che potete trovare in edizione ebook nelle principali librerie in line e in versione stampata (brossura) cliccando quì. 


Troppo spesso la nostra vita quotidiana è condizionata da fattori esterni al nostro Io che possono turbarci nel profondo ed essere causa di problematiche talvolta molto complesse.
Educazione, cultura, paese d’origine, ceto sociale, trasmettono valori e convinzioni che non sempre appartengono a pieno diritto all’ideale dell’Io, ma sono invece il retaggio di valori collettivi che appartengono all’Io sociale (Io ideale).
Noi abbiamo in definitiva due sole possibilità: allinearci con tali valori introiettati durante la nostra formazione, adeguarci, conformarci, farli nostri e adottarli come un credo personale opportunamente modificato dalle convinzioni che siamo andati maturando durante il nostro percorso, oppure rifiutarli perché non corrispondenti alle nostre aspettative di vita.
La maggior parte delle persone si adattano alle istanze dell’Io ideale pur inserendo varie opzioni all’interno della propria vita e modificando elementi normativi di natura sociale, sentimentale, pratica, con altri percorsi personalizzati costruiti secondo il senso di se stessi e di appartenenza ad un nucleo.
Questa è la forma di adattamento più comune e riguarda sia coloro che si allineano alle mode, alle tendenze, alle convenzioni, sia coloro che ne modificano in maniera razionale alcuni elementi per una più funzionale interazione fra ciò che propone il mondo e i diritti, le aspettative, i traguardi personali che desiderano raggiungere.

NOTA BENE n. 24: la maggior parte degli uomini si allineano e si conformano ai valori proposti dalla società ma talvolta questo adattamento non avviene.

La nostra libertà ci porta a compiere delle scelte che poi condizioneranno per sempre la nostra esistenza futura, nel bene e nel male.
Di qui la diversità di cammino di un santo rispetto a un uomo di mondo che a Dio spesso sostituisce il suo dio: il potere, il successo, il danaro.
Come dicevamo esiste anche una seconda possibilità, rappresentata da un rifiuto delle logiche del mondo che rendono difficile o impossibile la capacità di adattamento o di elaborazione personale delle proprie opzioni. Tale rifiuto può condurre a diversi gradi di malessere.
Si tratta in definitiva della paura di vivere comune a tanti tratti di personalità in gradi più o meno accentuati.
Tale sentimento negativo è da considerarsi un vero e proprio male sociale che va trattato con la giusta terapia. Talvolta il consiglio medico è necessario per stabilire se all’origine di tali scompensi vi siano deficit di natura organica o psichica, ma spesso l’unica terapia efficace è quella spirituale.

NOTA BENE n. 25: la paura di vivere data dal rifiuto delle logiche del mondo colpisce numerosi strati di popolazione e costituisce un autentico male sociale capace di condizionare e persino bloccare la nostra realizzazione come individui.

La paura di vivere spesso può condurre a una vera e propria paralisi e a una rinuncia a quella realizzazione personale che dia senso e pienezza alla nostra esistenza. Fobie, pensieri cupi, depressione, sconforti, scoraggiamento, ossessioni. Essi sono il retaggio di un rifiuto delle logiche del mondo e dall’incapacità di reagire a una situazione spiacevole che minaccia dal di fuori i valori e le convinzioni che portiamo dentro.
Tali scompensi possono divenire persino drammatici se pensiamo agli attacchi di panico che colpiscono ogni giorno strati sempre più ampi di popolazione.
Molti spiritualisti sono persuasi che gran parte di queste patologie, che spesso sono di natura psicosomatica, possono risolversi con la pratica costante di preghiere di guarigione interiore unite a un nuovo stile di vita che preveda ordine mentale, disciplina personale, formazione spirituale, volontà decisa di estirpare abitudini sbagliate che ci hanno condotto in quello stato.
Lo pshichiatra dottor Kenneth McAll nel suo libro “Fino alle radici” edito dall’editrice Ancora, cita numerosi esempi di guarigione di suoi pazienti attraverso un adeguato trattamento spirituale. Nel testo racconta una sua esperienza vissuta nei campi di prigionia durante la secomda guerra mondiale. Egli trascorse insieme a sua moglie ben quatro anni in un campo di concentramento dove conviveva con più di 1.000 reclusi “stipati in una fabbrica abbandonata, dove la carta dei giornali sostituiva i vetri delle finestre per ripararci dal gelo dell’inverno” (K. McAll, op. cit. pag. 7).

Il protagonista racconta che l’ambiente in cui erano costretti a vivere era un vero e proprio inferno. Si litigava per ogni cosa, ognuno isolato dall’altro e preoccupati di difendere le poche cose che avevano. Il dott. McAll racconta che a un certo punto alcuni reclusi s’incontrarono segretamente per pregare e chiedere aiuto a Dio “per tutti gli internati di quel campo in generale, e per le varie necessità dei singoli”. A questo piccolo gruppetto si aggiunsero altri prigionieri e a poco a poco “l’atmosfera del campo cominciò a cambiare. Mettemmo in comune tutto quello che possedevamo, condividemmo notizie e conoscenze, organizzammo recite e concerti, collaboravamo l’uno con l’altro e smettemmo di azzuffarci per un pezzo di pane o un indumento”.
Il dott. McAll testimonia stupefatto che quello fu il momento in cui si accorse che “la preghiera poteva davvero guarire dove la medicina falliva”. L’autore si persuase perciò che “chi affida la propria vita a Gesù sarà al sicuro, a dispetto di tutti i pericoli dell’ambiente in cui vive”(K. McAll, op. cit. pag. 7).        

NOTA BENE n. 26: molti spiritualisti sono persuasi che la paura di vivere, le incertezze, determinate malattie e i pericoli dell’ambiente in cui viviamo, possano essere superati anche con la pratica di preghiere di guarigione.


L’importanza di ringraziare Dio nelle avversità
Vorremmo a questo punto introdurre un argomento di grande importanza e dal quale non possiamo prescindere se desideriamo raggiungere la pace e l’armonia. E’ un modo per “vincere” il cuore di Dio e anticipare la vittoria ringraziandolo non solo di tutte le cose belle che ci ha dato durante la nostra vita, ma anche delle esperienze dolorose che nostro malgrado abbiamo dovuto attraversare.
Alcuni anni fa, assistevo, durante un ritiro spirituale del Gruppo del Rinnovamento dello Spirito, a un seminario di Padre Pat Collins, molto noto in ambiente carismatico. Egli evidenziava quanto fosse importante lodare e ringraziare Dio in ogni momento e in ogni luogo, soprattutto nei momenti difficili. Pat Collins sostiene che è fondamentale questo atteggiamento di lode e di preghiera se si desidera crescere e migliorare la propria vita.
Ecco alcuni brani tratti dal suo seminario: “Questa, io la chiamo una lode anticipatoria - dice Pat Collins - che offriamo al Signore in circostanze molto difficili. In questo modo prendiamo coscienza che Dio interverrà nella nostra vita con la sua grazia per liberarci e guarirci”.
Pat Collins mette in evidenza come ai tempi dell’Antico Testamento, il popolo ebraico fosse piccolo, mal organizzato e circondato da molti nemici i quali possedevano armi migliori. Il popolo eletto però possedeva un vantaggio che non era offerto a nessun altro: Dio era dalla loro parte, li aiutava nelle avversità e concedava la vittoria sui nemici.
“Quando siete di fronte a situazioni impossibili - conclude Pat Collins - non scoraggiatevi, confidate completamente in Dio, lodatelo e ringraziatelo per anticipate la vittoria sui nemici”.
Pat Collins raccomanda di non fare null’altro che confidare in Dio, di rimanere passivi e attendere: “Rimanete in questo stato senza fare assolutamente nulla, salvo fidarsi di Dio, perchè è Dio che farà quello che è necessario per liberarvi”.
Pat Collins ancora annota: “Non siate paurosi, non c’è motivo di essere colti dal panico e di aver paura. State fermi, guardate me, io sono il Dio di questa situazione, io sono più grande di tutte le avversità che dovete affrontare. Io sarò il vostro rifugio e la vostra forza, io vi liberereò dal male che voi temete”. Questo atteggiamento di fiducia, di lode e di ringraziamento anticipato ci insegna come ci dobbiamo comportare nelle avversità.
Pat Collins ancora raccomanda: “Non preoccupatevi di quanto la situazione possa apparire impossibile. Non guardate gli ostacoli, guardate Dio, proclamate quanto è grande, quanto è potente e quanto Lui sia onorato come il Liberatore. Lui combatterà contro gli ostacoli che avete davanti, soprattutto quando non riuscite ad affrontarli”.
Lodare e ringraziare Dio nelle avversità significa ripetere: “Dio è grande, Dio è grande, Dio è grande”, con tutta la nostra voce. Questo grido serve a vincere, ad anticipare la vittoria. “Gridatelo con tutta la vostra forza - conclude Pat Collins. La vittoria è sicura”.

NOTA BENE n. 27: è importantissimo lodare e ringraziare Dio in ogni momento, ma soprattutto nelle avversità. Questo atteggiamento anticipa la vittoria e mette K.O. i nostri avversari.

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