giovedì, marzo 29, 2012

IMU pesante per disabili e anziani

L’IMU, o imposta municipale sugli immobili, introdotta dall’art. 13 del Decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 definito “Decreto Monti” o “Salva Italia”, sarà una batosta per tutti gli italiani e, ancora peggio, sarà un’imposta priva di qualsiasi senso di civiltà. Sono in molti ad esser giunti a questa conclusione, soprattutto dopo aver letto il testo della legge ed aver compreso che la nuova imposta si abbatterà duramente sui cittadini più anziani e sui disabili. Ma procediamo con calma. L’IMU reintroduce il pagamento della tassa sulle prime case e prevede nuove aliquote e nuovi coefficienti, più elevati rispetto al passato, per il computo delle tasse sulle seconde abitazioni. Prevede, altresì, una detrazione di 200 euro per la prima casa e concede una detrazione di 50 euro per ogni figlio di età fino a 26 anni, residente con il nucleo familiare, fino ad un massimo di 400 euro. Andando a leggere attentamente il testo della nuova imposta, si scopre che la stesa andrà a colpire duramente gli anziani e i disabili.
Gli anziani costretti a vivere in casa di riposo per questioni di salute o perché lasciati soli, vedranno lievitare le tasse sulla propria abitazione, in quanto, ai fini del calcolo della nuova imposta, l’abitazione principale lasciata vuota, sarà automaticamente considerata come una seconda casa. Pertanto, l’aliquota di base aumenterà quasi del doppio, passando dal 4 per mille riservato alle prime case, al 7,6 per mille delle seconde case. Ciò comporta che questi anziani dovranno pagare mediamente 1500 o 2000 euro in più e considerando che la pensione media di un anziano è di circa 700 euro al mese, si può capire bene quanto la situazione potrebbe divenire insostenibile per questa fascia della popolazione.
L’imposta municipale sulla prima casa andrà a bastonare anche le famiglie con figli invalidi, anche fino al 100%, di età superiore ai 26 anni. Per questi nuclei familiari, lo Stato non ha previsto alcuna agevolazione. Il problema sorge perché le famiglie di questo tipo, compiono numerosi sacrifici per la cura del figlio disabile, che, tra l’altro, sarà incapace di produrre un proprio reddito. Lo Stato, attualmente, non concede particolari benefici a queste persone, se non una pensione minima di 275 euro, pari cioè a 9 euro al giorno, a partire dal compimento del 18° anno di età. La cifra è davvero irrisoria, specie se si considera che spesso queste persone hanno bisogno di farmaci ed apparecchiature sanitarie costose e che spesso almeno uno dei due genitori, è costretto ad abbandonare il proprio lavoro per prendersi cura del figlio. Ora la nuova tassa municipale sugli immobili andrà a gravare ancora di più sui bilanci di questi nuclei familiari, senza fare sconti di alcun tipo. Per questo molte associazioni sono già sul piede di guerra e si stanno mobilitando per richiedere al governo e ai municipi, l’esenzione dall’IMU delle case dei diversamente abili.

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