L'analisi
di Stefano Picarelli, direttore dell'Hotel Concorde, struttura del
gruppo Antares Hotels Milano che ospita annualmente 45.000
viaggiatori stranieri.
La
ripresa economica è ciò di cui l'Italia ha bisogno e, considerando
il calo dei consumi nel nostro Paese, l'imperativo è esportare.
Anche nel turismo, in quanto il 'mercato Italia su Italia' è
fortemente in crisi. È quanto sostiene Stefano Picarelli, direttore
dell'Hotel Concorde, gruppo Antares Hotels L'ospitalità a Milano,
che ospita 45.000 clienti stranieri all'anno, di cui il 15% di
nazionalità russa. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i
BRICS, sono i Paesi dall'economia in forte espansione che produce
nuovi ricchi e una middle class emergente: il mercato a cui le
aziende italiane puntano. Lo stesso obiettivo ha anche il turismo
alberghiero.
“Esportare,
per un albergo, vuol dire cercare clienti nei Paesi emergenti, gli
ormai famosi BRICS, a cui aggiungerei la Turchia – dice Picarelli,
milanese di 45 anni, da un decennio alla direzione dell'Hotel
Concorde, che gestisce un flusso sempre crescente di clienti
extraeuropei attratti a Milano da business, moda, lusso ed eventi –.
Chiaramente non si esporta l’albergo, ma si aprono disponibilità
su quei canali di distribuzione che meglio gestiscono l’outgoing da
quei Paesi. Fino a qui niente di diverso rispetto agli altri settori
dell'economia, ma con la differenza che, per chi esporta cucine, ad
esempio, i BRICS rappresentano un bacino di compratori ricchi, per il
turismo invece sono ancora Paesi che stanno uscendo dalla povertà.
Tuttavia, hanno nuove classi dirigenti che vengono in Italia per
lavoro e poi desiderano tornarci, magari con la famiglia, per
piacere. Per trasformare un turismo di business in turismo leisure è
necessario agganciare i nuovi clienti con prezzi adeguati. L’Italia,
per certi segmenti, era tra le destinazioni più care, e ora, se non
ci sono clienti sulle piazze tradizionali causa crisi, bisogna
applicare politiche di costi tali che altri segmenti di domanda o
addirittura altri mercati, magari fino a ieri snobbati, entrino nella
competizione e trovino interessante la nostra destinazione. Le
nazioni emergenti, crescendo nelle loro rispettive economie, sono di
anno in anno sempre più attratte dal nostro Paese, ma hanno appunto
una forte sensibilità al prezzo, che per i cinesi, ad esempio, e
caso estremo, li porta a fermarsi al momento nell’hinterland
milanese, anche se sono pronti ad avvicinarsi al centro man mano che
l’offerta diventa per loro appetibile”.
Nuovi
turisti, nuove esigenze da soddisfare: "I nuovi viaggiatori
portano usi e costumi diversi tra loro e da quelli italiani, non
parlano inglese e, per esempio, sono abituati a essere serviti senza
riserve: occorre essere flessibili e fare del 'problem solving' la
regola di base. Insomma tutto il modello organizzativo della
struttura deve cambiare". Conclude Picarelli: "La
conseguenza è che, a fronte di un maggior lavoro e quindi di costi
di gestione maggiori, vi è un inferiore introito. Ma è questo il
nuovo che avanza!".
Stefano Picarelli |
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