venerdì, giugno 22, 2012

Terre rare e metalli nobili: via la recupero, verso la green economy

Non sempre, quando si parla di metalli, ci si riferisce unicamente a quelli maggiormente utilizzati dall'industria e che ogni giorno vengono utilizzati da importanti aziende italiane per la realizzazione di lame industriali, guide di scorrimento e guide per macchine utensili o per provvedere alla costruzione di moto e automobili. Certo si tratta di settori di estrema importanza per il paese e la sua economia ma il discorso relativo ai metalli (in genere), così per le terre rare, è assai più vasto, complesso e va osservato nella sua totalità. Per quelli che sono i metalli nobili e appunto le terre rare, il mercato globale attuale si presenta come un orizzonte oscuro, specie per l'occidente. Il fatto di avere per anni fatto fede sulla Cina sta ora presentano il grave rischio di ritrovarsi impantanati nell'impossibilità di provvedere al quantitativo richiesto di questi prodotti. La Cina ha infatti di recente rallentato l'estrazione di questi materiali e d'altro canto, l'occidente, è ormai “disabituato” alle procedure di estrazione. Quella che pare presentarsi come l'unica vera soluzione al problema è, almeno per l'Italia, impegnarsi in tempi rapidi ad avviare una propria evoluzione nel campo del recupero. Certo non viene accantonata la possibilità di aprire nuovamente vecchie miniere in territorio europeo ed americano, ma sicuramente l'opera di recupero è qualcosa che sia avvicina molto di più a ciò di cui oggi hanno bisogno questi paesi, una spinta verso il futuro della green economy e non un passo indietro per tornare verso un genere di produzione da cui si è fuggiti ben volentieri appena si è presentata la giusta opportunità.

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