I lavoratori italiani stanno vivendo un periodo caratterizzato da un diffuso disorientamento. A confermarlo sono alcuni dati che emergono dal Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro che la multinazionale Olandese Randstad (leader nel lavoro interinale), seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane, ha condotto nell’ultimo trimestre. In questa ricerca, condotta in 32 paesi nel periodo che va dal 17 Luglio al 15 Agosto, l’attenzione si è focalizzata sulla coerenza che caratterizza il percorso professionale, dalla formazione personale al reale sbocco nel mondo del lavoro. Per quanto concerne i lavoratori italiani, dall’analisi delle risposte, emerge innanzitutto una diffusa coerenza tra l’orientamento intrapreso negli studi e il lavoro in seguito svolto: è così, infatti, per il 74% degli italiani (stesso indirizzo tra istruzione ed occupazione) a differenza del 66%, emerso fra i tedeschi, e del 67% fatto registrare dai colleghi francesi (vs. media globale del 66%).
Per quando riguarda la politica attuata dalle aziende atta a favorire la formazione lavoro e le opportunità di carriera, emergono altri dati importanti: il difficile e prolungato periodo di crisi e la sproporzione tra domanda ed offerta che caratterizza l’attuale dinamica del lavoro in Italia, non favoriscono di certo gli investimenti. Per questo, fra gli intervistati, l’impresa italiana si contraddistingue per un giudizio molto critico dei lavoratori sulle attività che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità professionale aziendale con punte decisamente più alte rispetto agli altri Paesi: per il 60% degli intervistati le aziende non investono in formazione mentre per il 55% non offrono opportunità di carriera.
Infine, ha una grande importanza il dato che mostra la discrepanza tra il ruolo occupato e le responsabilità effettivamente ricoperte. Così, il 36% degli intervistati si sentono sovra-qualificati nella loro mansione (rispetto al 47% della media globale), mentre il dato che si discosta fortemente dai colleghi degli altri paesi è quello degli operai che si sentono sotto-qualificati: il 46% del campione si sente sotto-qualificato rispetto alla propria mansione, contro un 20% della media globale. Il Work Monitor rappresenta un'ottima iniziativa per informare e tenere aggiornato chi cerca lavoro.
Luther Blissett
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