mercoledì, novembre 14, 2012

Cioccoshow addio?

L’ottava edizione di questo indovinato evento sarà forse l’ultima. La perla più recente in uno scenario di dispetti burocratici, intoppi veri ma per lo più inventati e dispetti quasi puerili è stata la triplicazione praticamente al novantesimo minuto della COSAP ovverosia la tassa comunale sulla occupazione del suolo pubblico a meno di una settimana dall’inizio della manifestazione. Per non parlare della riduzione dello spazio espositivo e quindi degli espositori a causa di una pretesa della sovrintendenza ai beni artistici e culturali che ha imposto pure un diverso tipo di allestimento degli stand con la scusa che quelli vecchi deturpavano lo scenario monumentale con la conseguenza di un aggravio di spese per gli organizzatori. E non ultima la faccenda dei T DAYS che comportano il non accesso per i mezzi al centro storico il che significa difficoltà per l’allestimento e per il rifornimento degli stand oltre all’accensione di Sirio al sabato e non ultimo il fatto che fino a notte inoltrata nemmeno i mezzi della nettezza urbana potranno accedere per ripulire il centro e quindi le cartacce inevitabilmente si accumuleranno e ci sarà chi darà la colpa appunto al Cioccoshow e agli organizzatori. Sembra proprio che l’amministrazione stia facendo di tutto per scacciare il Cioccoshow dalla città in un momento in cui c’è bisogno come l’aria per respirare di eventi che portino persone in città e che facciano girare l’economia. E il Cioccoshow l’anno scorso ha portato trecentomila persone per la gioia degli espositori, dei bar, dei ristoranti, degli alberghi e di tutte quelle attività che hanno una ricaduta positiva da questo tipo di eventi. E’ veramente una cosa senza senso, oltretutto all’amministrazione non costa niente, è tutto a carico di CNA, CIOCCHINBO’ e CIOCCOSHOW, ASCOM e BOLOGNAFIERE. Appare superfluo riportare che c’è già una lista di città più vispe di Bologna pronte ad ospitare e ad accogliere con gioia l’evento che l’anno scorso ha portato un indotto di oltre tre milioni di euro per l’economia della città. Finite quindi le iniziative di raccolta fondi per le scuole distrutte dal terremoto in provincia di Bologna e manco a dirlo pure questa lodevole situazione ha avuto un percorso tormentato per colpa dell’ottusità della nostra amministrazione. Ci fossero le casse piene per riparare i danni causati dal sisma e non esistesse la legge di stabilità, ma così non è! Umberto Faedi

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