Ogni quattro anni circa, messaggi, campane delle chiese, sirene annunciano quella che a Venezia è chiamata "Acqua Alta", ossia l'arrivo imminente dell'alta marea, che arriva a sfiorare i 140 centimetri coprendo oltre il 54 per cento della città. Più frequenti - e non meno preoccupanti - sono le maree di 110 centimetri, che si verificano fino a quattro volte all'anno, rendendo le calli e gli edifici storici di questa fragile città ancora più cedevoli a causa della forza dell'acqua, del sale e della naturale erosione provocata dalle onde. Costruita su un totale di 118 piccole isole, la laguna, il cuore pulsante della città di Venezia – una vasta baia circoscritta e connessa da tre insenature con il Mare Adriatico – ne è ora diventata la nemesi, con la minaccia di sommergere totalmente la città stessa nell'arco di soli 50 anni. Per mantenere la propria reputazione di "città galleggiante" e proteggere le abitazioni e le attività dei suoi 300.000 abitanti, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato il via alla costruzione di una barriera a protezione di Venezia. Con un costo di 6,7 miliardi di dollari, il progetto di difesa dalle inondazioni MOSE (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è il più vasto lavoro di pubblica utilità mai intrapreso in Italia. Una volta completato a giugno del 2015, il MOSE includerà una serie di barriere, chiuse di navigazione e argini che proteggeranno Venezia e la laguna dall'alta marea e ondate improvvise. La protezione di base è costituita da chiuse sul fondale marino, il cui compito è quello di ergersi per formare una vera e propria barriera attraverso le tre insenature verso la laguna qualora il livello del mare superi i 110 centimetri oltre la soglia. Grazie a questo sistema, la laguna sarà isolata e protetta contro livelli di marea fino a tre metri oltre la soglia. Il cliente finale del progetto MOSE è l'acquedotto di Venezia. Il ruolo di ABB all'interno di questo progetto corrisponde alla fornitura di una soluzione integrata per l'energia e l'automazione per energizzare e controllare l'argine di navigazione presso l'insenatura Malamocco, dove sarà costruito l'argine più vasto dei quattro (due chiuse minori sono in costruzione presso le insenature di Lido e una in quella di Chioggia). L'argine consentirà l'accesso alla laguna a grandi navi, anche nel caso in cui le barriere siano chiuse. L'argine, lungo 370 metri e largo 48, funzionerà come una sorta di naviglio. Quando una nave entra dall'Adriatico, il livello dell'acqua all'interno dell'argine sarà lo stesso del mare, mentre all'interno della laguna sarà inferiore. La "porta" del mare verrà quindi chiusa, portando il livello dell'acqua al suo interno al pari con quello della laguna. Questa soluzione consente il passaggio di piccolo imbarcazioni mentre gli argini sono operativi. Insieme con le misure integrative come il rinforzo delle coste, l'innalzamento delle aree circostanti i moli, la pavimentazione, e i lavori di miglioria per l'ambiente della laguna, gli argini e le chiuse proteggeranno la città da eventi estremi quali le maree e la degradazione morfologica. I lavori hanno avuto inizio nel 2003 presso le tre insenature Lido, Malamocco e Chioggia attraverso le quali si alternano le maree. All'interno della fornitura di una soluzione chiavi in mano che include progettazione, ingegneria, fornitura, installazione e commissioning, ABB fornirà il sistema di controllo distribuito (DCS) Symphony Plus corredato dei nuovissimi controllori ad alta performance HPC800 per regolare il meccanismo idraulico ausiliare che apre e chiude gli argini. ABB fornirà anche l'interruttore in media e bassa tensione, i trasformatori di distribuzione e un sistema per la fornitura di energia ininterrotta per il sistema elettrico della chiusa. La parte di progetto di competenza ABB sarà completata entro il 2014.
giovedì, giugno 20, 2013
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