A Ferragosto il disagio non va in vacanza. Il Team di “Vivere Senza
Psicofarmaci®” evita un TSO e supporta una grande quantità di richieste di aiuto.
Ferragosto,
periodo di festa e di spensieratezza … ma non per tutti. Spesso proprio in
questa giornata, le persone più “sensibili” percepiscono ancor più la
solitudine. Il loro malessere cresce e si acutizza. Alcuni manifestano il
dolore attraverso gesti eclatanti, violenze verso gli altri o verso se stessi.
Altri, “semplicemente”, implodono in una sofferenza dilatata dal caldo e
dall’assenza del rumore della città. Nel silenzio e nell’afa, il proprio dolore
è un urlo assordante che non può cadere nel vuoto.
Ed è proprio in questo contesto che ha agito, lo scorso 15
agosto, il Team del programma “Vivere
senza Psicofarmaci ®” di Roma, presieduto dalla prof.ssa Vincenza Palmieri
(formato da medici specialisti in varie discipline, neurologo, psicologo, pedagogisti familiari, educatori,
avvocati, ecc…), intervenendo in varie situazioni di disagio ed evitando anche
un TSO.
“E’ stato un
momento importante quello vissuto ieri dal punto di vista umano – spiega la prof.ssa
Vincenza Palmieri - in quanto ci deve fare riflettere sul fatto che il disagio
non si spegne nei periodi di vacanza, anzi. E’ importante sapere che sul
territorio esistono specifiche Associazioni o Enti che operano 24 ore su 24 per
365 giorni all’anno, come appunto “Vivere Senza Psicofarmaci®” che da tempo
propone un progetto alternativo a cure psichiatriche invasive supportando
coloro che, in accertate condizioni, vogliano e possano dismettere l’abuso di psicofarmaci
proponendo un intervento
multidisciplinare e gestendo - come in questo caso – le richieste di aiuto.
Non un telefono
rosa, né azzurro, né viola ma assolutamente bollente. Sempre più spesso,
purtroppo, si tende a far ricoverare il malato psichico ma anche la persona che
dimostra un “momentaneo scompenso”, in quei reparti per la diagnosi e cura
psichiatrica che farebbero rabbrividire Basaglia e quanti ancora pensano che in
Italia i manicomi siano stati chiusi. In Italia è attiva e quotidianamente
applicata la contenzione tramite fasce di cuoio bianche che legano il paziente - mani e piedi - al letto. Come quelli che ho visto in questa
estate. E quando questa pratica è interrotta, ci sono i bombardamenti chimici –
gli shock tramite somministrazione di bombe psicofarmacologiche .
I più colpiti: i
tossicodipendenti, i giovani portatori di disagio, pronti ad essere avviati ,
da una carriera di tossicodipendente a
quella di malato di mente, comunque consumatore di droghe, se non di strada,
…di ospedale!
Abbiamo ricevuto centinaia
di telefonate proprio nella settimana clou delle feste del ferragosto, da diverse
zone d’Italia, ed anche contatti tramite il sito o i social network. Erano
ragazzi o genitori. Ed anche figli!
Se d’inverno la
bufera attraversa le famiglie per il tramite delle “diagnosi di disturbi
specifici dell’apprendimento”, con una “pandemia di dislessici”, d’estate il
caldo, la solitudine e la miseria si
trasformano in “psicosi”. Non serve certamente un mini manicomio territoriale
(vedi Stop OPG), ma non basta neanche un amico.
L’esperienza di
questi giorni, infatti, sarà
capitalizzata in un progetto di assistenza ed aiuto che andiamo a strutturare con le Istituzioni e
le Amministrazioni Locali in primis. Per
evitare che una richiesta di aiuto o un bisogno di assistenza sanitaria o
sociale si trasformino in una carriera
psichiatrica o giudiziaria senza fine. Perché
la solitudine o la non conoscenza non diventino mai più una malattia.”
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