Tecnicamente Grado non è più un’isola perché il ponte
girevole in laguna nel 1936 e quello sull’Isonzo nel 1966 l’hanno
definitivamente collegata alla terra ferma e non è nemmeno più asburgica.
Eppure gli slogan pubblicitari insistono a far conoscere l’Isola del Sole e la
spiaggia della Mitteleuropa e, almeno in questo caso, non vendono fumo: il
carattere isolano resta in alcuni atteggiamenti
di fiero distacco e di affermazione del proprio valore storico,
ambientale e terapeutico che ha visto stagioni prestigiose proprio quando Grado
era stazione balneare dell’Impero. Tanti ancora i turisti stranieri:austriaci,
tedeschi e da poco dai paesi dell’est. Insieme a un consolidato turismo
nazionale , apprezzano le spiagge estive garantite dalla bandiera blu, ma anche
un mare invernale non particolarmente mite, ma suggestivo perché appartato e
nordico nei plumbei cieli
espressionisti. La natura qui è semplice, è fatta di sabbia , cielo e mare. Un
poco di verde salta fuori dai canneti e dalle pinete , mentre in laguna il
timido viola del limonio rende gentili le strisce di terra e i gradesi lo
chiamano” fiur de tapo”. Su tutto veglia la madonnina del mare , cantata con
commozione ogni domenica in basilica, perché collega la moderna stazione
balneare e turistica alla vita dura dei pescatori , che null’altro avevano , se non il loro
mare. Grado italien
venerdì, ottobre 25, 2013
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