sabato, settembre 08, 2018

La zanzara muta, il nuovo romanzo di Gianfranco Spinazzi


Il Taccuino Ufficio Stampa
Presenta


La zanzara muta di Gianfranco Spinazzi

La zanzara muta mette in scena un incontro/scontro tra due anziani arrabbiati con se stessi e con la vita. Il romanzo è diviso in due parti in cui si analizzano i pensieri e i ricordi dei due protagonisti, mentre si racconta del loro improbabile rapporto nato nell’inganno e nella violenza e poi sfociato nella necessità di comprendere e di condividere. Tra piccoli e illogici squarci di vita ed elucubrazioni al limite della follia e della paranoia, Gianfranco Spinazzi riesce a regalare alla fase della senilità una prospettiva nuova, in cui si ha la sensazione che non tutto è perduto, e che il cambiamento può avvenire anche dentro chi ha troppe rughe in volto e troppi dolori nelle ossa. Un romanzo intelligente e ironico, una lucida riflessione sulla solitudine e sui dolori e rimpianti che la vecchiaia porta con sé, ma anche un’originale storia in cui a farsi protagonista è la mente con le sue molteplici e talvolta paradossali sfumature.


Titolo: La zanzara muta
Autore: Gianfranco Spinazzi
Genere: Drammatico
Casa Editrice: Tragopano Edizioni
Pagine: 169
Codice ISBN: 978-88-99396-02-2


«[…] Il tarlo cervellotico del settantenne non concedeva tregua ai dubbi e ai tormenti. La congestione di immaginario e reale affossava ogni tentativo di mediazione razionale. Quando si trattava di frenare gli ingorghi dei pensieri, era difficile per lui operare tagli e distanze, cedeva alla libertà che avrebbe dovuto conciliarlo con se stesso».


La zanzara muta di Gianfranco Spinazzi è un romanzo molto particolare. I suoi protagonisti, due anziani con una vita interiore spesso confusa e irrazionale, colpiscono il lettore per la loro complessa caratterizzazione: il loro stanco muoversi nell’esistenza con un pesante carico di rabbia e sogni infranti si bilancia a una visione della vita fanciullesca e a tratti magica. I due personaggi, prima costretti nei ruoli di vittima e carnefice, si ritrovano a essere lo specchio in cui riflettere ognuno le proprie illusioni e i propri “ingorghi mentali”. In un dialogo serrato e sofferto, questi uomini ritrovano il senso di una condivisione scomparsa da troppo tempo, e pur se arroccati nelle loro storie e nelle loro idiosincrasie, individuano un punto di incontro nella lucida consapevolezza dei loro fallimenti. E la zanzara muta del titolo diventa metafora di un’assoluzione giunta forse troppo tardi ma necessaria a entrambi, la fine di un incessante ronzio nelle orecchie e nell’anima come chiusura di una vita di rimpianti. In una Venezia ostile e instabile come gli stessi protagonisti, i due anziani uomini arrivano a firmare una sorta di armistizio con le loro esistenze, prima trascinate nella solitudine e ora, forse, illuminate da un incontro accidentale quanto disperatamente cercato. Gianfranco Spinazzi offre al lettore uno squarcio sulla crudezza di una vecchiaia organizzata in rigidi schemi con cui i protagonisti cercano illusoriamente di controllare le proprie vite, per poi creare un incidente in cui ogni labile certezza crolla, e in cui non c’è più posto per l’ostilità verso il genere umano ma solo comprensione e accettazione. Il romanzo offre un nuovo modo di intendere la delicata fase della senilità, sostituendo al senso di vacuità e di fine, metaforicamente rappresentata dall’immagine del piccione che va a morire solo e in disparte, una prospettiva di rinascita e di redenzione dagli errori commessi e dalle scelte non intraprese. Una storia che non si dimentica, due personaggi stravaganti ma anche dolorosamente umani e un messaggio profondo e universale: l’esistenza ha un senso e l’incompiutezza dell’uomo trova soluzione solo nella condivisione e nell’apertura verso gli altri.


TRAMA. Due vecchi si incontrano in un bar veneziano gestito da un nano che si veste in stile “belle époque”. Stabiliscono di incontrarsi a casa di uno dei due per approfondire il comune interesse per gli alianti, e qui, a visita avvenuta, il padrone di casa aggredisce l'invitato colpendolo alla testa. Non si tratta di un colpo mortale. I due si fronteggiano in un serrato dialogo in cui affiorano ricordi, amarezze e squarci dell'infanzia perduta. I toni sono spesso concitati ed enigmatici, soprattutto da parte del padrone di casa, un uomo incattivito dalla solitudine e preda di idiosincrasie. Nella seconda parte del romanzo si inquadra la figura dell'aggredito, con i suoi dolori e il suo bisogno di comprendere le proprie scelte di vita. E sarà proprio il confronto con questo semi sconosciuto, un confronto prima subìto e poi cercato, che porterà l’uomo a ripercorrere la propria vita, e ad analizzare la complessità della natura umana.



BIOGRAFIA. Gianfranco Spinazzi è nato a Barcellona (Spagna) nel 1941 e vive a Venezia. Ha debuttato nel 1997 con Le Fototette per Supernova Edizioni. Per la stessa casa editrice ha pubblicato nel 2001 Foghera a Venezia–C'erano una volta i cinematografi (finalista “Premio Calvino”). Nel 2006 pubblica per la casa editrice Il Filo Cartoline e carichi pesanti (targa “Premio Letterario Internazionale Città di Cava de' Terreni”) e nel 2008 Attenti a quei due. Del 2011 è A.A.A. Venezia cercasi (Supernova Edizioni) e del 2012 Nel pozzo (Book Sprint Edizioni). Con la Tragopano Edizioni pubblica nel 2013 Pagine Elisha, nel 2014 la trilogia sulle “Botteghe veneziane”: L'emporio a bussola di calle delle Bande; I mari del sud di calle dei Fabbri; Meridiano Toletta. Nel 2015 pubblica per Tragopano Edizioni la raccolta di racconti La catastrofe degli elementi, e partecipa con un racconto al romanzo collettivo Il Palazzo. Per la stessa casa editrice pubblica Clessidra nel 2016 e La zanzara muta nel 2018.



Contatti


Link di vendita


IL TACCUINO UFFICIO STAMPA
Via Silvagni 29 - 401387 Bologna - Phone:+393396038451
Mail: iltaccuinoufficiostampa@gmail.com

Nessun commento: