martedì, dicembre 30, 2025

“Vulgaris Motel”, il primo album di Era Vulgaris

"Vulgaris Motel", il primo album di Era Vulgaris 

"Vulgaris Motel" è il primo album Enrico Marchi, alias Era Vulgaris ed esce su Jaywork Music nei primi giorni del 2026. L'album sintetizza un percorso artistico iniziato a Mestre alla fine degli anni Novanta, quando la musica elettronica diventa subito terreno di ricerca e sperimentazione. 

Nell'album "Vulgaris Motel" convivono radici dure e aperture sonore più ampie, frutto di una maturazione che rifiuta le etichette rigide e rivendica la libertà espressiva, lasciando al pubblico il giudizio finale. Il rapporto con Jaywork Music, nato agli esordi e mai interrotto, rappresenta una scelta di continuità e fedeltà artistica. Per Marchi la musica non è solo intrattenimento, ma un modo per lasciare un segno duraturo: le serate sono un incontro diretto con il pubblico, ma è la produzione a rendere un artista, in qualche modo, eterno.

L'incontro con Diego Broggio, DB Boulevard, apre una fase decisiva: Marchi diventa uno dei primi artisti a proporre set di elettronica live in Veneto e poi in Italia, utilizzando esclusivamente strumenti elettronici e sintetizzatori, trasformando l'esibizione in uno show imprevedibile, fortemente performativo e lontano dai canoni tradizionali. Il riconoscimento arriva con l'ingresso nella Kadabra Digital Wizard, etichetta che segna un'epoca nella techno internazionale, e soprattutto con "Bastard Ben", pubblicata nel 2001 nell'EP "Handle With Care", brano destinato a diventare un classico ancora oggi suonato, ristampato e cantato, capace di portarlo nei principali club italiani e su palchi internazionali, dalla Street Parade di Zurigo alla Nature One in Germania. 

"Bastard Ben" è infatti un vero inno, legato anche al ricordo di Franchino, al quale Marchi dedica un EP celebrativo a 25 anni di distanza, mantenendo però lo sguardo rivolto a nuovi progetti e collaborazioni.

Che consigli darebbe Era Vulgaris a chi è giovane e vuol fare musica? 

«Ho sempre pensato che produrre musica come fare qualsiasi altro mestiere artistico, sia un dono che ci permetta di lasciare un segno indelebile del nostro passaggio perché un brano rimane per sempre, se apprezzato ancora di più. E' bello fare serate, perché come i concerti sono un abbraccio ed un ringraziamento che l'artista fa al suo pubblico. Creare e produrre musica però è rimanere eterni».



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