Le aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea) uguale a vantaggi competitivi per le aziende
Imprese più efficienti e competitive a livello internazionale con un nuovo modello di sviluppo industriale, compatibile con il rispetto del territorio. E attento alla sicurezza e alla qualità del l'ambiente di lavoro. Infatti, l'attenzione per il territorio, ma anche per la qualità dell’ambiente di lavoro, rappresentano il cuore del progetto delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea) che rappresentano non solo un modello alternativo di sviluppo industriale, nel rispetto dei valori ambientali, ma anche un tentativo di realizzare imprese sempre più efficienti e produttive, per rispondere meglio alle nuove sfide poste dal mercato. Attualmente, in Emilia Romagna sono circa 20 le industrie agroalimentari specializzate oggetto di trasformazione. Tre sono in fase di realizzazione nella provincia di Parma: a Fidenza, Pilastro e Collecchio. Quest’ultimo caso costituisce una delle realtà più interessanti poiché il Polo agro-alimentare I Filagni costituisce l’unica esperienza di trasformazione di un’area produttiva tradizionale in Apea su richiesta e con il concorso delle imprese già insediate, che si sono a tal fine costituite in consorzio. Il progetto Apea non mira solo ad attività produttive compatibili con il rispetto del territorio e dell’a mbiente, ma pone anche attenzione alla creazione di un ambiente di lavoro caratterizzato da qualità e sicurezza, che rappresentano altri due fattori fondamentali per la riduzione e il contenimento dei costi. L’obiettivo è quello di offrire ai lavoratori una serie di servizi, quali collegamenti e navette verso il posto di lavoro, luoghi di ritrovo e di svago. Sono inoltre previsti la creazione di asili per ospitare i figli. La realizzazione di un’area Apea comporta il rispetto di parametri elevati in materia di uso di energie alternative (solare e geotermico), smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, sicurezza e qualità dell’ambiente di lavoro, così come prescrivono le direttive regionali dell’Emilia Romagna (legge n. 20/2009), che a loro volta hanno recepito norme sia a livello nazionale che comunitarie. Gli alti standard richiesti determinano per le imprese un investimento di partenza più alto ma con la possibilità di accedere a fondi provinciali e regionali: inoltre, i maggiori costi di start-up sono ammortizzati mediamente in 4-5 anni (contro i 10 di un’attività tradizionale), con un risparmio, derivato dalla riduzione dei costi, che si aggira intorno al 12% annuo. L’agenzia per lo sviluppo, la Soprip, fornisce assistenza alle imprese per la realizzazione, gestione ed amministrazione della aree produttive, e vigila naturalmente sul rispetto e l’applicazione delle norme.
lunedì, luglio 20, 2009
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