Sappiamo tutti quanto sia diffuso e – obtorto collo - accettato il fenomeno degli affitti in nero.
Per uno studente universitario, per un precario, per un immigrato “affitti Milano” non può che significare affitti in nero. Questa forma di locazione illegale significa, dalla parte di chi dà in affitto l’alloggio, risparmio sulle tasse dovute, e dalla parte dell’inquilino, assoluta mancanza di garanzie.
In realtà dovrebbe essere conveniente anche per il proprietario registrare un contratto legalmente, in quanto si troverebbe tutelato rispetto alla regolarità dei pagamenti e ad eventuali danni che l’inquilino dovesse provocare all’immobile, ma la paura del verificarsi di queste eventualità viene superata dal desiderio di maggiori introiti.
L’amministrazione comunale di Milano ha calcolato che si dovrebbero poter recuperare circa 50 milioni di euro con la nuova cedolare secca, la tassazione del 20% sul reddito prodotto dall’affitto che sostituirà l’addizionale Irpef e le imposte di registro e bollo.
L’assessore alla casa del Comune di Milano Gianni Verga afferma che, per combattere la locazione in nero, oltre alla cedolare secca “potrebbe rivelarsi utile la formazione di agenzie per l’affitto per favorire l’accesso al mercato della locazione alle famiglie in condizioni di emergenza abitativa e per svolgere un ruolo di garante, offrendo garanzie ai proprietari degli immobili che affittano a soggetti individuati dai Comuni. Bisogna creare agevolazioni fiscali per gli immobili affittati a canone moderato e per ridurre l’evasione fiscale è necessario introdurre forme di pagamento dei canoni di locazione attraverso bonifico o assegno bancario”.
giovedì, ottobre 21, 2010
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