giovedì, settembre 01, 2011

La cucina trentina: povera ma DOC

Trentino: terra di nevi perenni, ghiacciai, Dolomiti e di una Regina, la Marmolada, meta turistica, sportiva e rilassante. Ma è anche alpeggi, malghe, latte, mele e miele, frutti di bosco e grappoli d’uva. Dove mangiare in Trentino per apprezzare tutti i suoi sapori? Qui le delizie del territorio si traducono in prodotti tipici certificati, pronti a comporre i piatti della cucina casalinga così come quelli dell’alta ristorazione. La gastronomia trentina non è mai banale: gustarla significa, poco a poco, conoscerne la cultura. Si tratta infatti di una cucina “povera”.

Povera perché sono stati la durezza del territorio e il corso della Storia a dettarne, per così dire, gli ingredienti. Eppure, è proprio la sua semplicità, unita alla qualità, a far sì che i piatti locali parlino da soli. Per i primi spesso si propongono brodi e minestre (cappellacci di patate con spinaci selvatici, ricotta e nocciole; canederli; crema di castagne;…). Nei secondi a spadroneggiare sono le carni di allevamento e di cacciagione (carne salada, pollame ripieno, Sguazét, a base di frattaglie di vitello,...). I dolci sono per lo più secchi o morbidi, ideali da inzuppare nel latte caldo o nella grappa.

I pasti sono accompagnati da una lusinghiera schiera di ottimi vini, dei quali tre autoctoni: il Marzemino, il Teroldego e il Nosiola. Menzione speciale per gli spumanti, apprezzati pure a livello internazionale, come il Trento DOC metodo classico. Le cantine e le enoteche in Trentino certo non mancano e vale la pena farci una capatina, magari percorrendo una fra le tante Strade del Vino che tracciano ciascuna un particolare percorso enogastronomico ma anche emotivo-sensoriale e, proprio per questo, indimenticabile.

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