LIDO DI VENEZIA : PERSONAGGI. Uno studio del ricercatore romagnolo Andrea Speziali ne illumina l'opera
La pregevole villa Antolini di Riccione fu progettata dall'estroso artista, vicentino di adozione, nei primi anni Venti.
Ha inventato per Marostica la “Partita a scacchi"; ha creato terrecotte che è come se parlassero; ha disegnato figure emblematiche, creato ritratti di pregevolissima fattura come per Goffredo Parise e grandi sculture quali nel 1938 "Primo sonno" per la Biennale di Venezia, nei cui giardini tuttora si trova. Stiamo parlando di Mirko Vucetich, molto noto dagli anni '50 in città come artista di fantasia tutto preso dal gusto di modellare e disegnare, uomo di teatro quale scenografo, regista, attore e illustratore di vaglia, oltre che scrittore, che collaborò a una pubblicazione di Carlo Emilio Gadda. Di famiglia dalmata, Vucetich era nato a Bologna nel 1898, aveva compiuto gli studi a Napoli, e si era infine stabilito a Vicenza dopo molto girovagare. Andando a ritroso nel tempo lo troviamo alle prime esperienze figurative nella pattuglia di artisti del futurismo giuliano a Gorizia, dove fu fra i firmatari nel 1919 del Manifesto del gruppo. Seguono tra gli altri: il periodo romano (per i Bragaglia nel Teatro degli Indipendenti) con uno studio suo d'arte a Valle Giulia; il quinquennio statunitense più dedito alla scultura; la stagione senese per un San Francesco e un San Bernardino commissionati dal conte Chigi Serafini; infine il già citato approdo a Vicenza. Molto in città del personaggio si ricorda grazie a chi che ne seguì le imprese fino alla sua morte nel 1975. Ma quello di cui invece poco si sa è il passato peraltro brillante di architetto a Roma, a Bologna, Gorizia, Venezia, in Riviera, specie la romagnola. Una lacuna cui ha posto rimedio il giovane studioso Andrea Speziali con uno scritto sugli esiti del nostro in architettura focalizzando ne “La Stagione del Liberty a Riccione" edizioni Maggioli, l'arte di Vucetich quale autore di una gran bella dimora. Si chiama Villa Antolini ed è su di lei ma non solo su di lei che si concentra l'attenzione di Speziali che, nato a Rimini è andato a vivere a Riccione. Abitando vicino alla dimora degli anni venti, è rimasto così colpito dalla particolarità della costruzione da voler esplorare questo aspetto per poi spaziare su Vucetich e sulla sua epoca. Ne è seguita prima a Riccione, poi a Venezia il 2 dicembre scorso la mostra fotografica “Romagna Liberty" mentre è in fase di elaborazione sull'intera vicenda del nostro una rassegna ora al vaglio della Regione cui Speziali ha inviato il progetto. Intanto ha riscosso grande successo lo scorso dicembre la mostra fotografica nell'ambito della BBC Expo, XV salone dei Beni e delle Attività Culturali e del Restauro con molte immagini Belle Epoque, tra cui quella di Villa Alverà (1919) al Lido di Venezia firmata da Vucetich e chiamata Villa Margherita dai Marzotto, nome che rimase pure dopo che fu venduta. Durante il convegno collegato alla mostra si è parlato di queste foto riprese nel film proiettato all'Expo e riportate dalla succitata pubblicazione nei capitoli dedicati a Vucetic. Momento clou nel libro di Speziali, la descrizione di Villa Antolini sul litorale di quella località balneare della riviera che è Riccione la “Perla verde dell'Adriatico". Speziali scrive che i vecchi la ricordano come Villa degli Americani, perché gli Antolini committenti di Vucetich, avevano sede anche in America (dove erano ad esportare prodotti alimentari italiani, già molto richiesti nel nuovo continente), mentre tanti riccionesi di oggi ne sono fieri essendo una delle poche dimore storiche rimaste. È un villino, recentemente restaurato (senza deturparne la fisionomia) dalle linee sinuose in tardo stile Liberty eretto nel 1923 per l'appunto si incarico dei coniugi Dante Antolini ed Egle Massei, la quale ultima diede il nome alla Villa, d'uno stile fantasioso, fiorito e mosso, d'una modernità che non ha reciso legami col passato, come col barocco del Borromini. Un tutto che rispecchia la dote di Vucetich di rendere speciale ciò che ideava, come la scala di legno da lui disegnata per collegare l'ampia hall d'accesso con il piano superiore della casa. Speziali fa bene a credere al suo valore, al suo eclettismo smisurato, alle tante anime riconducibili alla grande anima di questo personaggio dalla mai perduta fanciullezza.
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