Nel 150° anniversario dell’unità d’Italia ed a 10 anni dalla
sua ufficiale scomparsa dalle tasche degli italiani, si continua a sentir
parlare della lira come oggetto di
attualità. Con la recente manovra finanziaria, promossa dal governo Monti, è
stato varato un decreto legge (in vigore dal 6 dicembre 2011) che sancisce, con
decorrenza immediata, la prescrizione della vecchia lira, impedendo così a tutti i ritardatari cronici di convertire la
vecchia moneta con l’attuale euro presso la Banca d’Italia.
Tra i collezionisti, i nostalgici della lira come simbolo della storia italiana ed i ritardatari, il
suddetto decreto, lascerà ormai definitivamente nelle tasche degli italiani circa
2500 miliardi di monete e banconote del vecchio conio, che, non avendo
evidentemente alcun potere di acquisto, rappresenteranno solo un valore affettivo
per i possessori. A conti fatti la manovra Monti, grazie alla lira, conserverà nelle casse dello Stato
qualcosa come circa 1,3 miliardi di euro.
Dopo più di 10 anni dall’ingresso dell’euro, a discapito
della lira, come moneta per tutti i
pagamenti fisici, si possono trarre alcune conclusioni su questo radicale
cambiamento del sistema dei pagamenti, costatando, in linea di massima, che la
moneta unica europea non ha prodotto gli ambiziosi risultati che tutti si
auspicavano non conferendo la leadership all’Europa in termini di potenza
economica mondiale.
Nonostante la sua scomparsa dunque la lira torna a far parlare di se ed ancora una volta si mette al
servizio del proprio popolo per risollevarne le sorti.
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