Come si può diagnosticare una malattia genetica rara come la sindrome di Fabry? Si può approntare una diagnosi "presuntiva" basandosi su anamnesi, obiettività e valutazione
della sintomatologia clinica. Un decisivo supporto alla diagnosi
proviene dall’anamnesi familiare: sintomi simili (o addirittura una
diagnosi di Malattia di Fabry) riconducibili ad altri componenti della
famiglia e/o malattia renale precoce, ictus precoce e problemi di
cardiopatie tra i familiari. La diagnosi definitiva può essere confermata solo con
la dimostrazione di un deficit di attività di alfa-galattosidasi A nel plasma, nei
leucociti o nel campione bioptico, solitamente renale, e successiva
conferma genetica mediante ricerca della mutazione. In alcune donne
con un’attività alfa-galattosidasi A normale (anche nei leucociti,
dove il test è più sensibile [>80%] che nel plasma), è
necessaria l’analisi del DNA per identificare in modo certo le
pazienti eterozigoti. Un affidabile test diagnostico alternativo
nelle donne è la misurazione dei livelli di Gb-3 nelle urine, che
sembra essere più sensibile del dosaggio enzimatico. Un’ulteriore alternativa è l’analisi del follicolo pilifero, tuttavia non disponibile in molti Paesi. Per approfondimenti segnaliamo il sito www.shireitalia.it Sindrome di Fabry
martedì, novembre 27, 2012
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