L’AD di Terna Flavio Cattaneo, intervistato al “Sole 24 Ore”, chiede un maggiore decisionismo contro i veti locali e le pastoie amministrative. L’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale, contribuendo allo sviluppo del sistema infrastrutturale italiano, rischia di imbattersi in una burocrazia immobilizzante che può vanificare i suoi sforzi. “Negli ultimi 5 anni Terna ha realizzato 2400 chilometri di nuove linee e oltre 70 stazioni elettriche – ha detto Cattaneo – producendo risparmi complessivi per il sistema per 4 miliardi di euro. Ma è evidente che questo non basta, bisognerà continuare ad investire”.
In Italia è vero che il prezzo dell’energia resta alto e limita la competitività, ma la responsabilità è soprattutto della burocrazia che frena gli investimenti. O meglio, manca un maggior decisionismo per superare le pastoie amministrative e i veti locali.
L’amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, in un’intervista a “Il Sole24Ore” si focalizza proprio sugli aspetti negativi del settore, partendo dall’assunto che l’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale contribuisce in modo significativo per migliorare la situazione dello sviluppo infrastrutturale italiano (e lo testimoniano i bilanci di questi ultimi anni appunto, sempre in positivo). Ma i suoi sforzi rischiano di essere vanificati da una burocrazia immobilizzante.
“Negli ultimi 5 anni Terna ha realizzato 2400 chilometri di nuove linee e oltre 70 stazioni elettriche – ha detto Cattaneo – producendo risparmi complessivi per il sistema per 4 miliardi di euro. Ma è evidente che questo non basta, bisognerà continuare ad investire”. Per far questo però Cattaneo chiede che si sia “maggior decisionismo sulle infrastrutture di interesse nazionale perché il conto poi lo pagano tutti”. E’ il caso ad esempio dei tanti veti posti dalle amministrazioni locali su determinati progetti. Tutto lecito dice il top manager ma è importante che questi enti “si assumano la responsabilità di dire che in quel territorio sono disposti a pagare di più l’elettricità”.
Secondo l’AD di Terna, inoltre l’Italia, ed il suo Governo, devono fare di più sia sul fronte regolatorio (“Bene la bozza della Strategia Energetica Nazionale, è importante lavorare in un’ottica di sistema con una road map a breve, di provvedimenti da cui discendano interventi puntuali in una logica corretta di selettività”) che quello normativo (concetto di federalismo a parte, “sa qual è la legge di cui necessita di più l’Italia? Quella che deve dettare un limite alla burocrazia che cresce”).
Il settore, del resto, è vivo e ricco. L’importante è non commettere errori, come nel caso delle rinnovabili (“Non siamo riusciti a creare una industria nazionale”) e quindi nel caso degli accumuli dar seguito al “piano di sviluppo approvato dal ministero con l’Authority che ha dato il via libera ad una sperimentazione che si sta impegnando tutti. Dobbiamo creare con i soggetti interessati una filiera nazionale”.
Infine uno sguardo alla finanza. Sui project bond Terna sta alla finestra (“Perché i project bond non li compra Terna ma il mercato”) ma ovviamente li guarda con favore specie se non faranno differenza tra un’opera da cantierare e una già realizzata.
FONTE: Terna
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