ARMATO VINCENZO
Quale può essere il divario fra pittore e artista?
A questo quesito si può rispondere chiaramente
attraverso le opere di Armato Vincenzo.
Un giorno un mio maestro d’arte
mi disse “pittore si diventa, artista si
nasce” a voler così specificare che l’arte della pittura la si può
apprendere attraverso le scuole apposite, la frequentazione degli studi d’arte,
l’uso degli strumenti che servono per dipingere, quali pennelli, colori, tele e
quant’altro. Tutto si può dipingere; da una parete, allo scafo di una nave, il
tramonto del sole, l’alba, mari, monti ecc. ma come si può dipingere il
pensiero che aleggia in ognuno di noi?
Ed è qui se subentra l’artista.
Esso non ha bisogno di strumenti classici per illustrare e promulgare al
pubblico intero le sua visione del mondo, qualsiasi mezzo è lecito, qualsiasi
forma anche la più strana è veicolo di informazione.
Ed è appunto a questo che si
attenuto l’artista Armato Vincenzo,
che dopo aver sperimentato ogni forma di pittura ed espressione ha deciso di
parlare al mondo attraverso simboli, e di questi simboli ha scelto quello più
effimero, più inutile, più sacrificale e più deleterio come il fumo. Cosa ci
può essere di più dissacrante del fumo? Una nuvola che appare e scompare con un
alito di vento una nuvola che può essere micidiale e malefica a secondo di chi
la produce.
Armato la usa questa nuvola per gridare al mondo esterno che tutto
quello che ci circonda e ormai fumato, dissolto nell’aria, lo specifica
attraverso le sue tele. E qui riemerge il pittore, usa sempre la tela per i
suoi messaggi, ma anziché usare gli strumenti usuali usa pacchetti di sigarette,
di tutte le marche, per maggiormente evidenziare che non vi è nazionalità nel
mandare in fumo le idee e le cose, usa fiammiferi, spenti, ormai fuori uso
inutili ,come le cose e le idee che subito si accendono e poi vengono subito
spente. Usa frasi simboliche, oggetti, nomi importanti derivanti dall’arte e
dalla scienza,come quelli dei musei o diciture che riguardano la nostra
patria,il nostro vivere quotidiano, facendo riferimento anche al mondo della
musica.
Per l’artista tutto quello che ci
circonda è solo e sarà sempre un’onda che ci accompagna in questa vita fumata.
Vi è comunque da notare che malgrado questo nuovo e antico significato, quasi
primordiale, lascia sempre uno spiraglio alla speranza ed al cambiamento,
attraverso le calde tonalità dei fondali che racchiudono le frasi formate dai
pacchetti di sigarette. Ci si chiede, se ogni persona che ha consumato questi
pacchetti potesse dire le proprie opinioni, quante idee verrebbero alla luce,
verrebbe quasi voglia di aprire ad uno ad uno i pacchetti per capire se
veramente siamo tutti fumati o se abbiamo ancora qualche barlume di vitalità
Armato Vincenzo nasce a Mazara del Vallo il
19 maggio 1952 dove vive e lavora. Dopo
un lungo viaggio nell’anima dell’Arte Moderna e Contemporanea, decide di vivere
un’esperienza nuova, aggregandosi al progetto Fumo d’Artista. Cioè incollare
pacchetti di sigarette, accendini, fiammiferi, cartine e mozziconi di sigarette.
L’artista nelle sue opere intende trasmettere che il fumo è solo fumo, di tutto
non rimane niente. Con i suoi lavori comunica messaggi di interesse
socio-culturale con coraggio, schiettezza e spontaneità. Ironia, aggressività e
dissipazione, trasgressione e provocazione sono una sintesi del suo modo di
essere nei confronti di un mondo che ritiene falso e ambiguo.
Pasqua
dott.ssa Enrica – critico e storico dell’arte
Bergamo 13
marzo 2014
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