mercoledì, ottobre 28, 2020

Errori cognitivi

 

Gli errori cognitivi, o bias cognitivi, sono la tendenza a creare una propria realtà soggettiva, sviluppata sulla base dell'interpretazione personale delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque a un errare di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio.


Questi errori cognitivi sono davvero interessanti, e li facciamo tutti, spesso, e senza esserne consapevoli.


Vediamone alcuni.


Errore di composizione: “Se è vero per le sue parti, allora è vero per il tutto”. Ad esempio: “Se ci sono tre grandi giocatori nella mia squadra, allora anche la mia squadra in toto sarà grande”.

E l'opposto. L'errore di divisione: “Se è vero per il tutto, allora deve essere vero anche per le sue parti”. Ad esempio: “Se il mio appartamento è grande circa la metà del tuo, ne consegue logicamente che le mie porte devono essere grandi la metà delle tue”.

 

Errore del giocatore d'azzardo: è l'idea che esistano strisce di buona fortuna o di sfortuna. Ad esempio: “è uscito il rosso sei volte di seguito, quindi c'è un'alta probabilità che esca ancora il rosso”. In realtà la probabilità che esca il rosso o il nero è sempre del 50%. Sempre.


Errore del Tu Quoque o chi sei tu per parlare?

Se tua sorella, che non fa esercizio fisico, ti dice che dovresti fare 150 minuti di esercizio moderato o 75 minuti di esercizio intenso alla settimana per essere in salute, il tuo “Tu Quoque” ti farà rispondere "Lo farò quando tu lo farai! Chi sei tu per insegnarmi quanto esercizio dovrei fare?”. Ma è appunto un errore in quanto il suo non fare esercizio non dice nulla della sua reale competenza in quell'argomento.


Errore dell'uomo di paglia. Cioè travisare volontariamente un argomento, spesso in modo esageratamente iperbolico. Ad esempio se uno dice: “Dobbiamo ridurre il nostro uso di fossili combustibili" l'altro risponde" Ah, così vuoi bandire tutte le auto, e far andare anche gli ottantenni in bicicletta!?!"


Errore Ad Hominem cioè “Sei cattivo di natura”: è una strategia con la quale ci si allontana dall'argomento della discussione contestando non l'affermazione dell'interlocutore, ma l'interlocutore stesso.E' una strega! Brucia la strega e non ascoltare le sue opinioni, sono le parole del diavolo!”

A volte le persone sono ovviamente di parte o soggettive e quindi bisognerebbe trattare i loro argomenti con cura, ma generalmente è meglio attaccare l'argomento, piuttosto che la persona.
In qualche modo correlato a questo è l'
errore genetico, il quale presuppone che un argomento sia automaticamente sbagliato a causa della fonte che pregiudizialmente riteniamo inaffidabile.
Ma … anche un orologio fermo è giusto due volte al giorno.


Errore dell'appello all'autorità.

A volte è appropriato ascoltare cosa gli esperti pensano di un certo argomento, ma gli appelli fallaci all'autorità portano a ritenere che qualcuno che sia un esperto in un specifico campo, lo sia anche in un campo del tutto estraneo al suo.
Ma essere un esperto di fisica delle particelle non significa automaticamente che avrai opinioni sensate sull'allevamento di suini. E viceversa.


Errore della falsa pista. Cioè il tentativo di distrarre l'interlocutore dal vero argomento in discussione: “Beh, potrebbero forse anche aver rubato, Vostro Onore, ma guardate cime sono afflitti a stare in tribunale ... ” I diversivi possono sembrare plausibili, ma alla fine sono irrilevanti. Nel nostro esempio, una persona che è triste perché è in tribunale non è rilevante per stabilire sé abbia effettivamente rubato o meno.

Questa particolare falsa pista è anche un esempio di attrazione per le emozioni. Gli appelli alle emozioni tentano di distrarti facendoti sentire male per l'altra persona.
Allora perché dovremmo assumerla per questo lavoro?” “Perché se non mi assumete, io sarò in strada, e dovrò vivere in una scatola di cartone. Non volete costringermi a vivere in una scatola di cartone, vero?”


Errore dell'appello alla popolarità: “Due milioni di persone non possono sbagliarsi tutte insieme! Quindi se due milioni di persone pensano che la Terra sia piatta, allora vuol dire che è vero”.

Oppure l'appello alla tradizione: “Le persone lo fanno da secoli, quindi deve essere giusto!”

O l'appello alla Natura: “Non fidarti delle medicine, sono piene di sostanze chimiche che fanno male! Tieni, prendi questa belladonna, è totalmente naturale!”.

O ancora l'appello all'ignoranza: “Se non puoi dimostrare che è falso, allora dev'essere necessariamente vero”

Non puoi provare che i fantasmi non esistono, quindi devono esistere”.


Errore dell'Accattonaggio: presumere che sia vera una premessa che stai cercando di dimostrare. Ad esempio: “Matteo il Grande è infallibile perché nel Grande Libro di Matteo il Grande egli dice che è infallibile, e sappiamo che il testo è infallibile perché è stato scritto da Matteo, che è infallibile. Perché lo dice nel Libro ...”


Errore della falsa dicotomia: “O sei d'accordo con tutto ciò che dico o sei un malvagio mangiatore di bambini!”.

Anche l'opposto può essere un falso cognitivo, cioè l'errore della via di mezzo, che dice: “se alcune persone pensano che due più due fa quattro, e altre persone pensano che due più due fa cinque, allora chiaramente la risposta sta da qualche parte nel mezzo”.


Errore del punto decisionale detto anche il paradosso del sorite, cioè il famoso paradosso del mucchio: “Se da un mucchio di sabbia tolgo un granello di sabbia, resta ancora un mucchio, ma quanti granelli di sabbia devo togliere affinché non sia più un mucchio?”

L'equivoco sta nel mettere sullo stesso piano due concetti diversi, di tipo qualitativo da un lato, il mucchio, e di tipo quantitativo dall'altro, il singolo granello.
L'errore del punto decisionale dice: poiché lì c'è un continuum, ciò significa che non possiamo distinguere tra le cose. Ma solo perché i confini tra le cose sono un po' sfocati, non significa che non possiamo distinguere una cosa da un'altra.

So che un cavallo è un mammifero e una rana è un anfibio, quindi l'ornitorinco non può esistere?


Errore di pendenza scivolosa: cioè l'affermazione che un passo inevitabilmente condurrà ad un altro, che porterà inevitabilmente ad un altro, che porterà inevitabilmente ... alla fine del mondo.

Ad esempio: “Se hai una carta di credito, inevitabilmente spenderai più del dovuto e inevitabilmente finirai per vivere per strada in una scatola di cartone”.


Errore delle Generalizzazioni affrettate: cioè quando trai una conclusione generale da un campione parziale. Ad esempio: “Mia zia fumava 20 sigarette al giorno, tutti i giorni, ed è vissuta fino a 109 anni, quindi le sigarette non fanno male”.


Errore dell'Onere della prova: quando insisti a ritenere che spetti alla persiana che non crede alle tue affermazioni di fornire prove contro la tua teoria, piuttosto che fornire tu delle prove a favore della tua teoria.


Errore della conseguenza: è quando dici qualcosa come: “Il mio cane abbaia quando c'è un intruso. Il mio cane non abbaia, quindi non ci sono intrusi”.

Affermazione che non è valida in tutti i casi.
Il mio cane sta abbaiando, quindi deve esserci un intruso non è valido. Voglio dire, i cani abbaiano per qualsiasi cosa ...

Ma anche “Il mio cane non abbaia quindi non ci sono intrusi” non è valido. Magari non sta abbaiando perché ha mal di gola, o perché l'intruso lo ha ucciso.


Errore della Falsa causa:

La correlazione non è causalità, quindi anche sé le temperature globali aumentano mentre il numero dei pirati diminuisce, questo non significa che l'eliminazione dei pirati prevenga il riscaldamento globale.
Un po' come chi va al tiro a segno e prima spara e poi disegna i bersagli. Cioè prima decidi qual è la tua conclusione, poi vai alla ricerca di dati che supportino la tua conclusione.


Errore della Domanda caricata

Cioè chiedere qualcosa con un presupposto costruito in modo tale che chi rispande risulta dalla parte del torto qualunque cosa dica. Ad esempio: “Quando hai smesso di picchiare tua moglie?”


Errore dell'Incredulità personale. Ad esempio: “ è difficile per me credere che siamo fatti di miliardi di atomi, quindi non ho intenzione di crederci”.


E ultimo errore cognitivo, ma non meno importante: la fallacia della fallacia. Solo perché qualcosa contiene uno o più errori, non significa che giunga necessariamente ad una conclusione sbagliata.
Ad esempio: “Il mio insegnante di yoga dice che dovrei mangiare le verdure perché le verdure sono sane. Ma questo è un fallace appello all'autorità, perché gli insegnanti di yoga non sono dietisti, quindi, mangerò la torta”.


Ascolta il podcast "Distorsioni cognitive o bias cognitivi" su Spreaker.

 

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