La stanza dove vide la luce il Santo Ischitano fu trasformata in oratorio cento anni fa. La sottoscrizione pubblicata del 1906 e le successive trasformazioni con il contributo degli isolani e degli emigrati d'America. Le reliquie e gli oggetti esposti. Il piccolo santuario può essere visitato tutto l'anno.
Una volta si poteva visitare solamente nei giorni dei festeggiamenti in onore del Patrono. Per il 5 Marzo e agli inizi di settembre. Quando l'anonima porticina, affacciata sull'ultimo tratto di via Luigi Mazzella che già guarda al Castello, diventava immediatamente riconoscibile come luogo speciale legato al culto di San Giovan Giuseppe della Croce anche per i “foresteri”. Attirati dai drappi di damasco colorato che sottolineavano la particolarità di quella casa nel cuore più antico del borgo.
La casa natale di un Santo. Che da qualche tempo apre regolarmente la porta ai fedeli e ai visitatori occasionali tre volte alla settimana, il lunedì, il mercoledì ed il venerdì, per buona parte della mattinata. Com'era lo spirito di quegli Isolani che anche dalle più lontane terre in cui erano emigrati s'impegnarono, all'inizio del secolo scorso, per fare di quella piccola e modesta abitazione un punto di riferimento per quanti fossero devoti al “più bel fiore d'Aenaria”.
Era il 15 Agosto del 1654quando donna Laura Gargiulo diede alla luce il Suo terzo figlio, cui fu imposto il nome di Carlo Gaetano. Come tutte le famiglie nobili dell'epoca, risiedevano nell'Isola d'Ischia, i Calosirto, dunque sull'isolotto fortificato degli Aragonesi. Lì era la casa avita, circondata dai terreni che costituivano una parte importante dei cospicui possedimenti che si trovavano anche sull' Isola maggiore. Completamente distrutta dal devastante attacco degli Inglesi agli inizi dell'Ottocento come la maggior parte degli edifici che sorgevano sul Castello, è oggi impossibile identificare il luogo esatto dov'era ubicata la casa dei Calosirto, ma vari documenti dimostrano inequivocabilmente che faceva parte della parrocchia di San Nicola. Ma colta probabilmente dalle doglie mentre si trovava nel borgo, donna Laura trovò accoglienza in una semplice stanza più vicina della sua abitazione e lì nacque colui che sarebbe diventato il più famoso degli ischitani.
Il primo documento ufficiale, l'atto di battesimo del piccolo Carlo Gaetano attesta che nello stesso giorno della nascita, il parroco della Cattedrale della città, don Cesare Melluso, aveva battezzato il figlio di Vincenzo Calosirto e Laura Melluso nato nella parrocchia di San Vito. Un riferimento più che eloquente, dato che quella era proprio la parrocchia del borgo di Celsa, il cui titolo passò poi, nel 1854 alla Chiesa dello Spirito Santo.
L'identificazione del luogo esatto in cui avvenne la nascita è frutto della tradizione orale, che ha tramandato i riferimenti alla sua ubicazione di generazione in generazione fino al secolo scorso, quando cessò di essere una privata abitazione per diventare un oratorio dedicato al Santo. D'altronde, proprio su quell'edificio del borgo da tempo immemorabile si trova un'edicola a San Giovan Giuseppe. E quell'edicola era stata l'unico segno esterno distintivo di quella casa fino al 1906. Per qualsiasi informazione, incluso la prenotazione di hotel a Ischia ed escursioni, è possibile contattare il centro di assistenza turistica gratuita la numero +39 081982765.
giovedì, novembre 08, 2007
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