sabato, giugno 04, 2011

L’archeologia del sorriso

Che gli impianti dentali abbiano una storia non troppo breve alle spalle non è una novità. Ma forse neanche i più attenti tra i lettori sanno che le prime tecniche di impianto di denti artificiali ci giungono dall’antichità più remota.

L’odontotecnica infatti affonda le sue radici in un’età assolutamente arcaica. Bisogna andare indietro fino al 2600 a.C. per ritrovare il primo reperto che testimonia l’opera di un dentista ante litteram: si tratta di denti naturali fissati ai vicini attraverso dei cerchietti d’oro. Gli anelli insomma erano utilizzati a mò di ponte, per tenere insieme denti che altrimenti sarebbero andati perduti.

E non è l’unica testimonianza di un intervento su una bocca edentula, se si considera che svariati sono i reperti di veri e propri denti artificiali in osso, minerali, conchiglia, avorio legati ai denti naturali attraverso i fili di rame.

Bisogna arrivare nell’Ottocento per avere attestati i primi interventi di quella che oggi è definita implantologia dentale. Ma lo scarso bagaglio teorico, unito all’inadeguatezza delle strumentazioni, non hanno condotto a risultati apprezzabili. Le vere basi dell’implantologia modernamente intesa si collocano negli anni Cinquanta del secolo scorso. È grazie all’opera di personaggi come Branemark e Formiggini che un intervento di implantologia attualmente può contare su elevatissime chance di successo.

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