L’odontotecnica infatti affonda le sue radici in un’età assolutamente arcaica. Bisogna andare indietro fino al 2600 a.C. per ritrovare il primo reperto che testimonia l’opera di un dentista ante litteram: si tratta di denti naturali fissati ai vicini attraverso dei cerchietti d’oro. Gli anelli insomma erano utilizzati a mò di ponte, per tenere insieme denti che altrimenti sarebbero andati perduti.
E non è l’unica testimonianza di un intervento su una bocca edentula, se si considera che svariati sono i reperti di veri e propri denti artificiali in osso, minerali, conchiglia, avorio legati ai denti naturali attraverso i fili di rame.
Bisogna arrivare nell’Ottocento per avere attestati i primi interventi di quella che oggi è definita implantologia dentale. Ma lo scarso bagaglio teorico, unito all’inadeguatezza delle strumentazioni, non hanno condotto a risultati apprezzabili. Le vere basi dell’implantologia modernamente intesa si collocano negli anni Cinquanta del secolo scorso. È grazie all’opera di personaggi come Branemark e Formiggini che un intervento di implantologia attualmente può contare su elevatissime chance di successo.
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