Il
Taccuino Ufficio Stampa
Presenta
Le
opere di Vincenzo Di Michele tra Storia e memoria
Vincenzo
Di Michele è uno scrittore, storico e giornalista pubblicista
romano, vincitore di diversi premi letterari e insignito di
riconoscimenti istituzionali. Autore di opere di carattere storico e
biografico, si è interessato anche di argomenti legati alla società
e allo sport. Accanito difensore della verità storica e
dell’obiettività nonostante le fazioni politiche e i pregiudizi,
svolge il suo lavoro storiografico sostenuto da un’attenta e
minuziosa ricerca delle fonti negli archivi e tra le testimonianze
dirette di chi ha vissuto l’episodio che si accinge a narrare. Un
esempio di racconto storico che non si ferma alla superficie, ma che
scava profondamente alla ricerca della verità è l’opera L’ultimo
segreto di Mussolini. Quel patto sottobanco fra Badoglio e i
tedeschi. L’autore ha inoltre una
particolare sensibilità nell’intrecciare vicende storiche e
memorie familiari, come si evince dall’opera Cefalonia, io e la mia
storia.
Titolo:
Cefalonia, io e la mia storia
Autore:
Vincenzo Di Michele
Genere:
Romanzo autobiografico e storico/Romanzo
familiare-generazionale
Casa
Editrice: Il Cerchio
Collana:
C’est la vie
Pagine:
248
Codice
ISBN: 978-8884744746
«[…]
Le
famiglie non si arresero e mai persero la speranza perché il loro
caro non era morto, ma “disperso”.
Se questa è stata una storia come tante di quei ragazzi che andarono
in guerra, per le famiglie dei soldati che non ritornarono da
Cefalonia ci fu qualcosa di diverso. Nessuna di queste osò dirlo a
gran voce, ma ciascun familiare si consumò giorno per giorno in un
mugugnare di pensieri.
Chissà se il suo ultimo respiro è stato proprio davanti a un plotone di esecuzione?
Così fu anche per la famiglia del soldato Clorindo Di Giacomo».
Chissà se il suo ultimo respiro è stato proprio davanti a un plotone di esecuzione?
Così fu anche per la famiglia del soldato Clorindo Di Giacomo».
Titolo:
L’ultimo segreto di Mussolini. Quel patto sottobanco fra Badoglio e
i tedeschi
Autore:
Vincenzo Di Michele
Genere:
Storico/Biografico
Casa
Editrice: Il
Cerchio
Collana:
Gli archi
Pagine:
140
Codice
ISBN: 978-8884744227
«[…]
Non
sempre le verità si decidono a maggioranza; l'importante però è
saper fornire, nella rivisitazione degli avvenimenti, una spiegazione
logica capace di rinnegare il principio democratico della verità
storica. Alla resa dei conti, fra il governo Badoglio e i tedeschi vi
fu un accordo sempre tenuto nascosto fra sotterfugi e mezze parole, e
il prezzo più caro l'ha pagato proprio la storia».
Vincenzo
Di Michele ha affermato in un’intervista: “Se
revisionismo significa ritornare indietro nell’analisi storica con
nuovi elementi, con altre prove e soprattutto con ponderate
riflessioni senza pregiudizi ideologici e/o di parte dico e affermo:
sono un revisionista. Alla resa dei conti: "La storia non la
fanno i vincitori"; ecco perché sono un revisionista”.
Una frase che racchiude l’impegno dell’autore a esporre i fatti
storici senza aver paura di smentire le verità condivise dalla
maggioranza, se nuovi documenti e testimonianze portano a una
revisione degli accadimenti. Di Michele non sta dalla parte dei
vincitori ma da quella della verità, e purtroppo i due concetti non
sempre trovano corrispondenza, ed è da questo scollamento, dalle
distorsioni della Storia raccontata dai trionfatori che l’autore
cerca di affrancarsi attraverso un faticoso e scrupoloso lavoro di
ricerca. Il passato contiene un grande insegnamento di vita per
l’autore, ed è sua priorità raccontarlo con oggettività; in
quest’ottica una particolare attenzione è riservata al secondo
conflitto mondiale e alle sue contraddizioni storiografiche, che Di
Michele affronta in diverse opere. Ma non c’è solo l’importanza
della verità nel racconto di episodi significativi per la Storia
mondiale; c’è anche l’attenzione per le sofferenze private di
uomini cancellati dalla guerra: l’autore sta infatti lavorando a
un libro sulle storie dei dispersi e dei reduci della seconda guerra
mondiale, e invita i lettori del suo sito internet a raccontare dei
loro parenti che non sono più tornati a casa. Un’opera che
rispecchia la vocazione di Vincenzo Di Michele per la verità storica
intrecciata alle memorie di chi la Storia l’ha vissuta e spesso
subita è Cefalonia, io e la mia storia.
Un romanzo autobiografico, che narra la verità dell’autore sulla
strage della divisione Acqui a opera dei tedeschi sull’isola di
Cefalonia nel settembre del 1943, raccontando in parallelo l’eterna
attesa dei famigliari dello scrittore, illusi di vedere il ritorno
del loro congiunto. Una narrazione che abbraccia la Storia e le
storie della sua famiglia, tramandate di padre e in figlio e arrivate
fino all’autore, che ha voluto rendere omaggio al suo parente,
Clorindo Di Giacomo, e a tutti gli uomini che sono stati trucidati
ingiustamente, presentando lettere, testimonianze di sopravvissuti e
dei cappellani di guerra padre Formato e padre Ghilardini. L’opera
contiene una suggestiva immagine di banconote gettate a terra dai
soldati in attesa della fucilazione, ormai prive di valore per chi si
affannava a cercare nel proprio portafogli un pezzo di carta su cui
scrivere le ultime, preziose parole da far consegnare alla propria
famiglia. Priva di aneddoti autobiografici ma densa di riflessioni e
di documentazioni inedite è l’opera L’ultimo
segreto di Mussolini. Quel patto sottobanco fra Badoglio e i
tedeschi, pubblicata anche in lingua inglese
col titolo di The last secret of Mussolini.
The undercounter pact between Badoglio and the German. L’otto
settembre del 1943 l’Italia annunciò l’armistizio con le Forze
alleate, mentre sottobanco il governo Badoglio continuò a
collaborare con i tedeschi, portando, in un’escalation di ricatti e
sotterfugi, alla liberazione da parte delle S.S. di Mussolini,
confinato a Campo Imperatore. L’operazione Quercia è analizzata da
Di Michele nelle sue evidenti contraddizioni, giudicata un’azione
concordata e soprattutto di propaganda (è nota la presenza di
cineoperatori sul luogo), necessaria a una Germania che stava
perdendo consensi.
TRAMA CEFALONIA, IO E LA MIA
STORIA: L’opera ripercorre la storia
dell’eccidio di Cefalonia della divisione Acqui durante la seconda
guerra mondiale. L’autore narra parallelamente di suo zio Clorindo
che, allora ventenne, con altre migliaia di soldati si scontrò in
guerra a Cefalonia con le truppe tedesche e risultò disperso. La
prima metà di quest'opera è narrativa, ma nella seconda parte viene
dato più spazio alla macrostoria, per inserire la vicenda in un
contesto più chiaro. Nei fatti l’esercito
italiano, dopo la proclamazione dell’armistizio con gli alleati
dell’otto settembre 1943, si dissolse nel nulla. In molti
disertarono, altri passarono al nemico, altri ancora furono fatti
prigionieri e c’è stato anche chi – come raccontato nella
testimonianza trascritta in un diario e riportata nel libro –
dovette lottare fino alla morte per sopravvivere, perché doveva
ritornare a casa da una figlia di sette anni che mai aveva
conosciuto. Una vicenda narrata anche dal punto di vista della
famiglia dell’autore che non si è mai arresa e mai ha perso la
speranza, perché il loro parente non era ancora considerato
ufficialmente morto, ma “disperso”. Una storia come quella di
tante altre famiglie, i cui congiunti non tornarono più. In tale
contesto si è sviluppata anche una visione specifica dell’autore,
il quale ha inquadrato l’intera vicenda storica in una diversa
rivisitazione, a cominciare da una scomoda verità sulla debolezza
del generale Gandin, che nei fatti consentì a quei pochi sovversivi
di prevalere sulla massa dei deboli, e proseguendo con una rilettura
a proposito degli eroi di Cefalonia che furono immolati in nome della
Resistenza, e consacrati nel corso degli anni come i salvatori della
nuova Patria: “L’Italia antifascista”. Ma soprattutto, viene
narrato come, e perché, quella strage stracolma di sangue e vite
umane stroncate nel fiore degli anni si poteva evitare.
TRAMA
L’ULTIMO SEGRETO DI MUSSOLINI. QUEL PATTO SOTTOBANCO FRA BADOGLIO E
I TEDESCHI: L’otto
settembre del 1943 l’Italia annunciò l’armistizio con le Forze
Alleate. Fu una resa senza condizioni. Qualcosa però si mosse
sottobanco. C’era infatti un altro tavolo, non ufficiale, dove il
governo Badoglio continuò a collaborare con il vecchio amico
tedesco. Tra ricatti, ostaggi, minacce e sotterfugi, l’illustre
prigioniero Mussolini veniva così sottratto agli Alleati e
consegnato ai tedeschi il 12 settembre a Campo Imperatore. L’agente
Nelio Pannuti, addetto alla sorveglianza personale di Mussolini al
Gran Sasso, in un’intervista rilasciata all’autore dichiarò che
quell’incursione dei tedeschi “sembrava
proprio un’azione concordata, tant’è che, una volta liberato il
Duce, ci fu un momento conviviale tra soldati italiani e tedeschi
nella sala dello stesso albergo, tutti con le armi in spalla
pacificamente”. I
manuali storici hanno sempre narrato dell’efficacia dei servizi
segreti tedeschi e dell’impresa epica dei loro paracadutisti per
liberare Mussolini, ma la realtà è che la presenza del Duce a Campo
Imperatore era di dominio pubblico. Per non parlare della complicità
italiana nel riaggiustamento storico. Il comandante dei carabinieri
al Gran Sasso Alberto Faiola fu anche encomiato, quando al contrario
egli non solo non predispose alcuna misura cautelativa per il
detenuto, ma venne anche meno ai suoi doveri invitando alcuni suoi
amici proprio in quei giorni all’albergo di Campo Imperatore. Una
nuova verità storica che è raccontata sin dagli inizi grazie anche
alla testimonianza - sconosciuta a molti - di Karl Radl, l’aiutante
di colui che erroneamente è stato sempre considerato il vero
artefice dell'Operazione Quercia: il capitano Otto Skorzeny.
L’
AUTORE E’ DISPONIBILE A RILASCIARE INTERVISTE
BIOGRAFIA:
Vincenzo Di Michele (Roma, 1962),
laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma,
è uno scrittore, giornalista, docente e storico, relatore in diversi
convegni su temi storici, sociali e sportivi. Pubblica romanzi e
saggi che hanno importanti riscontri su quotidiani nazionali, riviste
e blog, tra cui Il Tempo, Libero, La Repubblica, La Stampa, Il
Giornale, L’Unità, Lettera 43:
- La famiglia di fatto (Firenze Atheneum Editore, 2006), un’acuta analisi della convivenza non coniugale nella società odierna
- Io, prigioniero in Russia (Maremmi Editori, 2008, 2a ed. “La Stampa” di Torino in allegato, 2010 con più di 50.000 copie vendute), tratto dal diario del padre dell’autore Alfonso Di Michele, alpino della divisione Julia prigioniero in Russia durante il secondo conflitto mondiale. L’opera ha ricevuto un riconoscimento dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l’importanza della testimonianza storica, una segnalazione d’onore e una medaglia di merito da parte del “Centro Don Gnocchi di Roma”, e inoltre l’autore è stato insignito del premio di Cultura e Vita Alpina “Amedeo De Cia”, del premio nazionale “Nomentum” e del premio “Baiocco Speciale”
- Guidare oggi (Curiosando Editore, 2010), un manuale sulla sicurezza stradale, elogiato dal Ministro delle Infrastrutture A. Matteoli
- Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso (Curiosando Editore, 2011), un’inchiesta storica con scoperte esclusive sulla prigionia di Mussolini a Campo Imperatore. L’opera ha ricevuto una nota di merito dai senatori a vita Oscar L. Scalfaro, Carlo A. Ciampi e Giulio Andreotti per l’attività di ricerca storica
- Pino Wilson, vero capitano d’altri tempi (Fernandel, 2013), la biografia ufficiale dello storico giocatore della Lazio, con inediti sul calcioscommesse degli anni Ottanta
- Come sciogliere un matrimonio alla Sacra Rota (Fernandel, 2014), recensito su testate nazionali come “Il Tempo” e “La Stampa” e distribuito nelle edicole in varie regioni italiane, illustra le procedure di annullamento del matrimonio messe in atto dal tribunale della Rota Romana, ed elenca e spiega i casi pratici di invalidità matrimoniale
- L’ultimo segreto di Mussolini. Quel patto sottobanco tra Badoglio e i tedeschi (Il Cerchio, 2015), narra i retroscena dell’operazione Quercia sulla liberazione di Mussolini. Opera finalista al premio “Carver”
- Cefalonia, io e la mia storia (Il Cerchio, 2017), la vicenda dell’eccidio di Cefalonia intrecciata alla storia privata della famiglia dell’autore. Menzione d’onore al premio “Montefiore”, finalista al premio “Piersanti Mattarella” e al premio “Prunola”.
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